Abbiamo smarrito la via della pace

«Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili». È quasi impossibile non pensare a questo versetto del Magnificat dopo la consacrazione della Russia e dell’Ucraina al Cuore Immacolato di Maria, compiuta ieri da papa Francesco. Un atto che, come egli stesso ha spiegato «non è una formula magica, ma un atto spirituale». E non è possibile non cogliere di quell’atto le diverse valenze, non ultime quella della ‘rivoluzione’ cristiana e della profezia in senso biblico che, come ricordò l’allora cardinale Joseph Ratzinger nel 2000, dopo la rivelazione del terzo segreto di Fatima, «non significa predire il futuro, ma spiegare la volontà di Dio per il presente, e quindi anche indicare la retta via verso il futuro».Se guardiamo bene, è la stessa profezia che spinse Benedetto XV, proprio nel 1917, anno delle apparizioni ai tre pastorelli, a denunciare la Prima guerra mondiale come «inutile strage». È la medesima profezia che indusse Pio XII ad ammonire, alla vigilia della Seconda guerra mondiale: «Nulla è perduto con la pace, tutto può esserlo con la guerra»; che fece scrivere a Giovanni XXIII la Pacem in terris in piena guerra fredda e che portò Giovanni Paolo II a definire la guerra stessa come «avventura senza ritorno».Francesco si inserisce pertanto in questo alveo, che attraverso l’atto di Consacrazione rivela un preciso senso della storia, una visione che riannoda passato, presente e futuro sotto lo sguardo di Dio.C’è un passaggio nell’invocazione del Papa che tutto questo lo dice con potenza icastica: «Abbiamo smarrito la via della pace. Abbiamo dimenticato la lezione delle tragedie del secolo scorso, il sacrificio di milioni di caduti nelle guerre mondiali». Il Pontefice ci ha in sostanza come condotto per mano sull’orlo del terribile cratere di quelle inutili stragi e ci ha chiesto: è questo che volete ripetere su scala mondiale, dopo averlo visto tragicamente realizzato nell’Ucraina aggredita?Altro che atto magico. «Ci consacriamo a Maria – ha spiegato il Papa nell’omelia di ieri – per entrare nel piano di pace di Dio per il mondo». E da qui può venire l’ispirazione per una politica con la ‘P’ maiuscola, cioè «un’altra impostazione, un altro modo di governare il mondo e di impostare le relazioni internazionali», come lo stesso Francesco ha sottolineato giovedì scorso. Ed è soprattutto cultura della pacifica convivenza a 360 gradi, che comprende anche la condanna delle armi.C’è da sperare che stavolta la voce della più alta autorità morale del mondo sia ascoltata. La storia dell’ultimo secolo purtroppo testimonia (continua a leggere https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/che-stavolta-ci-sia-ascolto)