Le donne cristiane pregano per la pace in Ucraina

Il primo venerdì di marzo di ogni anno ricorre la Giornata mondiale di preghiera (GMP, in inglese World Day of Prayer – WDP). L’iniziativa ecumenica internazionale delle donne cristiane che si celebra in oltre 170 paesi da più di un secolo, si è tenuta anche qui a Livorno   presso la Chiesa Valdese in collaborazione con l’Ufficio Ecumenico della Diocesi e con il Segretariato Attvità Ecumeniche di Livorno.

Il materiale liturgico ad hoc, preparato quest’anno dal Comitato WDP di Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord e alla luce degli avvenimenti politici attuali, il comitato GMP di Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord ha redatto una preghiera di intercessione per l’Ucraina e il mondo.Le sorelle di EWNI hanno voluto che pure questa preghiera fosse condivisa: I nostri pensieri e le nostre preghiere sono con le nostre sorelle e con i nostri fratelli che in Ucraina e nei suoi paesi limitrofi vivono nella paura e nell’angoscia. Preghiamo pure per le altre regioni del mondo, dove le persone soffrono per conflitti, tensioni o oppressioni.”

Il giovane pastore valdese Giovanni Enrico Bernardini nel commentare la lettura da Geremia che quest’anno è oggetto di riflessione ha evidenziato come  si è scelto di affrontare anche il tema di  colui  che  ha  vissuto  o  vive  la  lontananza  da  casa.  Col  recente  scoppio  della  guerra  tra  Russia  e Ucraina,  è  inevitabile  pensare  ai  rifugiati,  agli  esuli. Ma  non  sono  le  sole  forme  di  migrazione forzata. Ci sono quelli che fuggono per motivi politici, religiosi o di orientamento sessuale. Ci sono quelli  che  sono  costretti  ad  emigrare  per  motivi  di  lavoro.  La  storia  ha visto diverse forme di deportazione in diverse aree geografiche e in diversi periodi storici. Perché allora scegliere un brano come quello di Geremia in  cui  si dice  che  la  liberazione  non avverrà  prima  di settant’anni?  Perché  è  una  lettera  di  speranza.  Non  c’è  il  momento  trionfale,  ma  è  una  voce  di speranza  nell’afflizione,  è  luce  in  un  contesto  oscuro  e  incerto.  Coloro che hanno abbandonato casa o che vi sono stati portati via, non sanno se e quando potranno farvi ritorno, ma con questa lettera sanno che non tutto è perduto. L’esilio, più o meno forzato, non è  l’ultima  parola  che  qualifica  la  loro  esistenza; hanno  un’identità  propria  che  va  oltre  la  loro condizione di stranieri in un territorio.

In   questa   lettera,   il   profeta,   non   parla   di   assimilazione   ma   di   integrazione.   Per   quanto apparentemente  simili  questi  termini  non  sono  sinonimi,  infatti  «assimilazione»  ha  come  sinonimi «assorbimento», «acquisizione». Mentre «integrazione» ha come sinonimi «aggiunta», «aumento», «inserimento»,  «unione»,  «collaborazione»,  «coordinamento». I due  sinonimi unione e collaborazione  se uniti raggiungono risultati importanti

In origine si parlava di Giornata Mondiale “delle Donne”, adesso “delle Donne”  è  stato  rimosso.  Non  perché  quest’oggi  non  abbia  più  le  donne  come  protagoniste  attive, anzi.  Il  momento  di  preghiera  è  stato  preparato  dalle  donne  di Inghilterra, Galles e Irlanda del Nord, e le voci, non solo che leggono, ma che parlano attraverso la lettura sono voci di donne. Rimuovere “delle Donne” dal titolo significa allargare i problemi che le coinvolgono e che le affliggono a tutta la società, e quindi anche agli uomini. Non  è  con  l’isolamento  che  si  sopravvive  alle  difficoltà,  dice  Geremia.  E  non  è  con  le  lotte “settorializzate” che si vince. La società in cui viviamo si può cambiare ma, lo si   deve   fare   assieme   donne   e   uomini. Conclude il pastore: “ Bisogna   educare   questa   e   le   prossime   generazioni all’accoglienza  di  colei  e  colui  che  è  straniero,  diverso  o  anche  solo…  “nuovo”.  La  lotta  alla violenza  si  fa  anche  attraverso  modelli  di  vita  e  relazioni  differenti,  attraverso  l’esempio  che  si  da alle bambine e i bambini fin da prima che siano in grado di capire razionalmente.

Contribuire  alla  creazione  di  dinamiche  più  sane  tra  donne,  uomini,  stranieri,  non-stranieri,  e  altri ancora  ci  riguarda  tutte  e  tutte  «poiché  dal  bene  di  questa  [società]  dipende  il  vostro bene»  scrive  Geremia” 

 La colletta di questa giornata è stata devoluta per il progetto della rete «City of Sanctuary» a favore delle donne richiedenti asilo incinte che si trovano nel Regno Unito e in Irlanda del Nord. La struttura crea una cultura di accoglienza per rifugiati e richiedenti l’asilo e con altre organizzazioni coordina i servizi di sostegno. Le donne incinte rifugiate o richiedenti l’asilo, che non hanno il permesso di soggiorno o sono sopravvissute al traffico di persone, hanno delle esigenze particolari sia sanitarie che sociali. Ignorano i propri diritti e le possibilità di avere cure e assistenza, faticano a orientarsi nel sistema sanitario britannico.