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Suicidio assistito, il Pentothal per far morire “Mario”?
Il farmaco per autopraticarsi la morte nella forma del suicidio medicalmente assistito è il «tiopentone sodico nella quantità di 20 grammi». Lo rendono notoi radicali dell’Associazione Luca Coscioni, promotori del referendum per depenalizzare l’omicidio del consenziente di cui si occuperà martedì 15 la Corte costituzionale e dell’eutanasia legale. È in funzione dell’introduzione della libera pratica della morte volontaria per chiunque ne faccia richiesta che viene usata dall’Associazione la drammatica vicenda umana di “Mario”, camionista marchigiano tetraplegico da 15 anni per gli effetti di un incidente stradale. E l’individuazione del farmaco per garantire una morte rapida e senza sofferenze al paziente che aveva fatto richiesta di morire ritenendo di rientrare nei casi rigorosamente delimitati dalla stessa Corte nel 2017 con la sentenza 242 sul caso Cappato-Dj Fabo aggiunge un dettaglio agghiacciante a tutta la questione: il tiopentone sodico è infatti più noto come Pentothal, ed è il potente barbiturico a rilascio immediato che negli Stati Uniti veniva usato per le condanne a morte prima che l’azienda produttrice – la Hospira – ne sospendesse la produzione. L’Unione Europea da allora vieta l’esportazione di prodotti equivalenti proprio ritenendolo un farmaco da usare solo per sedazione preoperatoria, sotto stretto controllo medico.
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