Scuola

Ora si parte davvero. Mancava il passaggio operativo e ieri la buona notizia. Cinquanta milioni per il contrasto della dispersione scolastica e della povertà educativa nelle scuole del primo e del secondo ciclo di 292 aree territoriali particolarmente a rischio, individuate tra Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Un intervento già annunciato a febbraio dal ministro per l’Istruzione Marco Bussetti, che aveva anche dato mandato al-l’Istat di individuare proprio le aree del Paese con maggiori necessità. Adesso, con il bando pubblicato ieri dal Miur, sono state messe a disposizione di scuole statali e, per la prima volta anche paritarie, effettivamente queste risorse. Una novità che prende le mosse dal lavoro avviato nel 2017 dal ministero per garantire anche alle scuole del sistema paritario di accedere alle risorse europee, concluso di recente con la modifica dell’Accordo di partenariato e del Programma operativo nazionale 2014-2020. Ma l’importanza di questo intervento sta anche nel fatto, lo ricordò a febbraio proprio il mi-nistro Bussetti annunciando il decreto, che si è potuto «dare attuazione a un’altra norma, risalente a due anni fa, fino ad oggi mai attuata». Ovvero il provvedimento che consente di «sbloccare importanti risorse da assegnare ai territori del Mezzogiorno caratterizzati da una forte dispersione scolastica e da un elevato tasso di criminalità, anche minorile».

E adesso, il responsabile del Miur sottolinea come «intervenire nelle aree a rischio povertà educativa è essenziale per garantire a tutti i nostri ragazzi un vero diritto allo studio». Si parte con 292 zone, ma «andremo avanti con successivi bandi per una copertura quanto più ampia possibile», assicura Bussetti, aggiungendo che l’apertura dei fondi anche alle scuole paritarie «va vista come un traguardo importante: il sistema scolastico nazionale comprende anche questi istituti e dobbiamo garantire ai ragazzi che li frequentano le stesse opportunità. Soprattutto nelle aree dove ci sono maggiori carenze educative».

In Italia infatti oltre 1 milione di minori – il 10% del totale – vive in condizioni di povertà assoluta. E la conseguenza è che, ad esempio, il 20% dei quindicenni non raggiunge la soglia minima di competenza in lettura e il 25% quella in matematica. Oppure l’accesso al tempo pieno è limitato solo ai bambini che frequentano circa il 30% delle classi della scuola primaria. Con l’avviso del Miur, invece, si mettono a disposizione risorse fino a 32mila euro per ogni istituto, statale o paritario, per potenziare le competenze di base, ma anche le conoscenze digitali e in materia di cittadinanza. E sarà possibile avviare anche moduli didattici con il coinvolgimento dei genitori (la povertà educativa è maggiore in famiglie con basso tasso di scolarizzazione dei genitori). In sostanza potranno vedere la luce oltre 1.500 moduli di 30 ore ciascuno, intervenendo in questo modo sulle situazioni potenzialmente più delicate di fallimento formativo precoce. Le scuole paritarie, al loro primo accesso al bando, «verranno accompagnate in questa importante innovazione tramite momenti di formazione in rete e in loco», assicura il ministero. Le scuole potranno presentare i progetti esclusivamente online, all’indirizzo www.istruzione.it/pon dal 15 settembre al 21 ottobre 2019.