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L’inverno demografico azzera il futuro di tutti
La più grande promessa che Dio offre a donna e a un uomo che si amano? “Essere due in Cristo, due in uno. Un’unica vita, un “noi” nella comunione d’amore con Gesù, vivo e presente in ogni momento della vostra esistenza. Dio vi accompagna, vi ama incondizionatamente. Non siete soli”. È quanto scrive papa Francesco nella “Lettera agli sposi”, diffusa stamattina in occasione della festa della Santa Famiglia di Nazareth. Un dono – ricco di spunti sociali e pastorali – che il pontefice ha voluto offrire a tutte gli sposi cristiani, a quelli di lunga militanza e a quelli che ancora devono incamminarsi sulla strada del matrimonio che, scrive Francesco, “è realmente un progetto di costruzione della «cultura dell’incontro»”. Sottolineatura che sembra stridente in un momento come l’attuale profondamente segnato da un progressivo crollo del numero dei matrimoni in tutto l’Occidente e da un inverno demografico che appare inarrestabile. Il Papa ne ha parlato all’Angelus sollecitando a fare tutto “il possibile per riprendere una coscienza, per vincere questo inverno demografico che va contro le nostre famiglie contro la nostra patria, anche contro il nostro futuro”. Una nuova speranza di fecondità che non è importante solo per la società, perché scrive ancora il Papa nella “Lettera” spetta alle famiglie “la sfida di gettare ponti tra le generazioni per trasmettere i valori che costruiscono l’umanità”, mentre nella realtà ecclesiale “c’è bisogno di una nuova creatività per esprimere nelle sfide attuali i valori che ci costituiscono come popolo nelle nostre società e nella Chiesa, Popolo di Dio”.
Nel documento papa Francesco non dimentica “difficoltà e opportunità che le famiglie hanno vissuto in questo tempo di pandemia”. E se da una parte “è aumentato il tempo per stare insieme, e questa è stata un’opportunità unica per coltivare il dialogo in famiglia”, dall’altro, annota, tutto questo ha richiesto uno “speciale esercizio di pazienza; non è facile stare insieme tutta la giornata quando nella stessa casa bisogna lavorare, studiare, svagarsi e riposare. Non lasciatevi vincere dalla stanchezza; la forza dell’amore vi renda capaci di guardare più agli altri – al coniuge, ai figli – che alla propria fatica”.Da qui la sofferenza delle incomprensioni e, sempre più spesso delle disgregazioni coniugali che generano tanta sofferenza ai figli. La strada indicata dal Papa? Quella del perdono “che matura nella preghiera, nella relazione con Dio, è un dono che sgorga dalla grazia con cui Cristo riempie la coppia quando lo si lascia agire, quando ci si rivolge a Lui”. Il Papa ne ha parlato anche all’Angelus invitando gli sposi “a non andare mai andare a dormire senza aver fatto la pace, altrimenti il giorno dopo ci sarà la “guerra fredda”! E questa è pericolosa perché incomincerà una storia di rimproveri, una storia di risentimenti. Quante volte, purtroppo, tra le mura domestiche da silenzi troppo lunghi e da egoismi non curati nascono e crescono conflitti! A volte si arriva persino a violenze fisiche e morali”. Al termine l’invito che richiama quanto già scritto in Amoris laetitia: “Impegniamoci tutti – genitori, figli, Chiesa, società civile – a sostenere, difendere e custodire la famiglia che è il nostro tesoro!”.
Ecco il testo della “Lettera agli sposi” di papa Francesco
Cari sposi e spose di tutto il mondo!
In occasione dell’Anno “Famiglia Amoris laetitia”, mi rivolgo a voi per esprimervi tutto il mio affetto e la mia vicinanza in questo tempo così speciale che stiamo vivendo. Sempre ho tenuto presenti le famiglie nelle mie preghiere, ma ancora di più durante la pandemia, che ha messo tutti a dura prova, specialmente i più vulnerabili. Il momento che stiamo attraversando mi porta ad accostarmi con umiltà, affetto e accoglienza ad ogni persona, ad ogni coppia di sposi e ad ogni famiglia nelle situazioni che ciascuno sta sperimentando.
Il contesto particolare ci invita a vivere le parole con cui il Signore chiama Abramo a uscire dalla sua terra e dalla casa di suo padre verso una terra sconosciuta che Lui stesso gli mostrerà (cfr Gen 12,1). Anche noi abbiamo vissuto più che mai l’incertezza, la solitudine, la perdita di persone care e siamo stati spinti a uscire dalle nostre sicurezze, dai nostri spazi di “controllo”, dai nostri modi di fare le cose, dalle nostre ambizioni, per interessarci non solo al bene della nostra famiglia, ma anche a quello della società, che pure dipende dai nostri comportamenti personali.
La relazione con Dio ci plasma, ci accompagna e ci
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