I dieci sentieri della libertà

Il prossimo inconto mercoledì 11 dicembre alle 18.00

Continua alla Valle Benedetta, presso la parrocchia di San Giovanni Gualberto, il percorso di rilettura e approfondimento del Decalogo intitolato “I dieci sentieri della libertà”.

Durante i primi due incontri si è potuto approfondire come abbia preso forma, tra Dio e l’uomo, un dialogo di infinito amore. In tale dialogo il Padre, dopo aver richiamato alla memoria del suo popolo la propria essenza di liberatore dalla schiavitù, invita all’ascolto (Shema Israel) e offre indicazioni su come preservare la libertà ricevuta in dono, sferrando un vero e proprio attacco frontale all’idolatria. L’esortazione che ne consegue è a rifuggire da tutto ciò che ci viene offerto come surrogato del divino per nutrire l’innato bisogno di spiritualità insito nell’uomo. L’idolatria, il culto del Dio-altro, il culto di noi stessi è l’ostacolo al raggiungimento della piena libertà e della pace interiore.

Proseguendo con la lettura del Decalogo si è poi visto come l’intimità che è andata instaurandosi tra Dio e il suo popolo, tra il Padre e i suoi figli, abbia raggiunto il suo apice nella terza parola, in cui la delicatezza di Dio si palesa infinita: l’invito a “ricordarsi” di santificare il giorno sacro non è la richiesta di ottemperare ad un obbligo, bensì un invito ad aderire ad una proposta dolcissima di amore che ci offre di riposare nella contemplazione e benedizione della vita e del creato. La grandezza di questa parola è difficilmente trasferibile: Dio chiede all’uomo di trovare il tempo per guardare la realtà, per buttare l’occhio indietro e contemplare la propria “creazione personale”, quello che è stato fatto con il proprio lavoro. Dio invita a lasciare tutto e ad entrare nel Suo riposo contemplativo e benedicente, a uscire dal caos delle nostre vite ed entrare in Lui.  Al riposo come fuga dalla realtà, oppone il riposo come benedizione della realtà. L’Eucaristia, rendimento di grazie, diventa allora il centro del giorno del Signore e momento in cui Creatore e creatura concelebrano insieme.

Durante l’immersione in queste prime tre parole lo sguardo della creatura è stato costantemente rivolto verso il proprio Creatore, per entrare in una dimensione divina avvolgente che gli permetterà di planare gradualmente, attraverso la quarta parola, in una dimensione orizzontale nella quale verranno offerte tutte le indicazioni necessarie per vivere relazioni piene, questa volta con i propri pari, secondo Dio. Percorso, questo, da affrontare dopo avere iniziato ad imparare a fare silenzio, a porsi in una situazione di ascolto e tentando di rendersi materia duttile nelle mani di Dio secondo quanto ben scriveva San Basilio: ““Bisogna cercare di tenere la mente nella quiete. Non è possibile scrivere nella cera se prima non si sono spianati i caratteri che vi si trovano impressi. Allo stesso modo non è possibile offrire all’anima gli insegnamenti divini se prima non si tolgono via le idee preconcette derivanti dai costumi acquisiti” (Epistula II in PG 32).

Questa seconda parte del cammino “I Dieci sentieri della libertà” avrà inizio a partire dal prossimo incontro, dal titolo “RINASCERE DALL’ALTO. NON PIU’ PERCHE’ MA PER CHI”, che si terrà mercoledì 11 dicembre, sempre alle ore 18 e sarà incentrato sulla parola “Onora il padre e la madre”.