Il bene che alimenta il bene

Il ricordo dei nostri cari ci aiuta nella nostra vita

Quando pensiamo alle persone che hanno lasciato questa terra e che sono state nostro alimento di vita nasce in noi un profondo senso di tristezza ma anche una gioia grande quando ricordiamo i momenti trascorsi insieme a loro. Tanto che facendo memoria di ognuno sentiamo in noi quanto ci hanno donato (e ancora ci donano). Pensando a loro rendiamo vivo in noi il bene di allora che rafforza e consolida la bellezza del legame, della fraternità, dell’amicizia. Non più presenti ma neppure assenti! Presenza viva nel nostro cuore! Tanto che spesso sentiamo in noi “una loro voce e carezza” che ci sprona ad intraprendere azioni come se fossimo guidati dal loro spronarci ad andare, a consigliarci di fare, a non demordere di fronte a salite e fatiche. Sono accanto a noi e non formulano giudizi ma infondono amore. Dobbiamo prendere esempio dagli operatori di bene, dai dispensatori di entusiasmo, di positività, di ascolto, di attenzione. Dai pacifici e dai miti. Tante donne e uomini, padri e madri, nonni e nonne, che senza clamori, nella quotidianità, hanno diffuso un amore costante ed operoso di dedizione ai figli, al lavoro, a genitori bisognosi di cure. Che hanno amato la vita in tutte le sue dimensioni e amandola hanno cercato di vivere intensamente ogni tempo loro donato. Osando e mai rinunciando a ciò che poteva essere dono di bene per sé e per gli altri.Il bene che alimenta sempre il bene. E così sentiamo il bisogno di ricordare tante persone che ci hanno lasciato, facendo visita ai cimiteri e almeno a provare a credere “nel visibile e invisibile” e ad “aspettare la resurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà”. Non abbiamo mai perduto il loro bene. Pensandoli il loro bene accresce il nostro bene, che dobbiamo sempre diffondere, riconoscenti, per una vita più intensa e più generosa.