Chiesa: tre nuovi venerabili

La Chiesa ha tre nuovi “venerabili”, tutti italiani: un riconoscimento importante, quello delle rispettive “virtù eroiche”, sulla via della loro beatificazione. Questo il contenuto dell’udienza avuta oggi da papa Francesco con il cardinale Marcello Semeraro, prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, nella quale il Pontefice ha autorizzato la medesima Congregazione a promulgare i Decreti riguardanti: le virtù eroiche del Servo di Dio Placido Cortese (al secolo: Nicolò), sacerdote professo dell’Ordine dei Frati Minori Conventuali, nato il 7 marzo 1907 a Cherso (oggi Croazia) e morto a Trieste nel novembre 1944Maria Cristina Cella Mocellin, fedele laica e madre di famiglia, nata il 18 agosto 1969 a Cinisello Balsamo (Milano) e morta a Bassano del Grappa (Vicenza) il 22 ottobre 1995; e virtù eroiche della Serva di Dio Enrica Beltrame Quattrocchi, fedele laica; nata il 6 aprile 1914 a Roma e ivi morta il 16 giugno 2012.

Enrichetta Beltrame Quattrocchi – battezzata con il nome di Enrica – fu l’ultima figlia dei beati coniugi Luigi e Maria, prima coppia elevata agli onori degli altari nella Chiesa cattolica il 21 ottobre del 2001. È vissuta di preghiera e di carità verso gli ultimi. Laureata in Lettere moderne all’Università La Sapienza, si specializzò in Storia dell’arte, che insegnò in diversi licei della Capitale e che, dal 1966, mise a frutto presso l’Istituto nazionale della grafica, dove fu soprintendente, realizzando mostre e curando pubblicazioni. “Si dedicò a un’incessante attività di volontariato, cattolico e laicale”, ha sottolineato il postulatore, padre Massimiliano Noviello: “A partire dal 1936, accompagnò in numerosi viaggi i treni di ammalati dell’Unitalsi diretti a Lourdes e a Loreto. Dal 1938, entrò a far parte delle Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli, presiedendo un gruppo di ‘damine’ che prestava assistenza nelle zone di Trastevere e della Montagnola, allora molto degradate. Nel pieno del secondo conflitto mondiale, Enrichetta ed il suo gruppo contribuiscono alla rischiosa attività di soccorso ai fratelli ebrei, ai perseguitati politici, ai soldati, ai rifugiati, cui si prestava, in contatto con il monastero di Subiaco, l’intera famiglia Beltrame Quattrocchi. Seguendo l’esempio materno e insieme con lei, dal 1939 presta assistenza come volontaria presso la Croce Rossa, diplomandosi infermiera nel 1940”.

Durante la Seconda Guerra Mondiale – su incarico del Nunzio Apostolico in Italia, monsignor Francesco Borgongini Duca -, padre Cortese assistette gli internati croati e sloveni nei campi di concentramento italiani, in special modo (continua a leggere https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/tre-nuovi-venerabili-quattrocchi-mocellin-e-don-cortese)