Cammino sinodale italiano, ecco il calendario fino al 2025

Saranno i «gruppi sinodali» i protagonisti della prima fase del cammino sinodale della Chiesa italiana. Nasceranno in ogni diocesi e diventeranno come “antenne” sul territorio per captare le fatiche, le potenzialità, gli stimoli, le proposte delle parrocchie ma anche dell’intera società. E dovranno andare oltre il sagrato o il campanile: perché sono tenuti a «coinvolgere il più possibile anche persone che non sono e non si sentono “parte attiva” della comunità cristiana». Vuole essere un percorso “diffuso” e senza barriere il movimento nazionale di riforma ecclesiale sollecitato da papa Francesco che la Cei sta mettendo a punto. Un itinerario che avrà al centro un «trinomio», come viene chiamato negli “Orientamenti iniziali” frutto del Consiglio permanente straordinario dello scorso luglio: Vangelo, fraternità, mondo. Tre dimensioni che erano già indicate nella bozza consegnata a papa Francesco lo scorso febbraio dalla presidenza Cei e che hanno fatto da bussola per la “Carta di intenti” approvata nell’Assemblea generale dei vescovi italiani lo scorso maggio.

Proprio tre mesi fa il cammino sinodale è ufficialmente partito. A fare da filo conduttore il tema “Annunciare il Vangelo in un tempo di rigenerazione”. Settimana dopo settimana l’itinerario sta prendendo forma e si intreccerà con il Sinodo dei vescovi dedicato alla sinodalità. Un appuntamento, quest’ultimo, che sarà inaugurato a ottobre e che, secondo le novità introdotte dal Pontefice, si aprirà con la consultazione delle Chiese locali in tutto il mondo prevista fino all’aprile 2022. Ecco perché già da ora la Cei ipotizza che «il primo anno del Sinodo dei vescovi» sia «il primo momento del cammino sinodale italiano». Del resto nelle diocesi arriverà un questionario “vaticano” con una decina di domande e sotto-domande che serviranno per raccogliere gli input per il Sinodo dei vescovi. Un documento che potrà essere integrato con le istanze proprie della Chiesa italiana. Il compito di «armonizzare» i due percorsi è affidato dalla Cei a una Commissione di lavoro che si è riunita in estate e che presenterà un progetto per far sì che «con gli opportuni aggiustamenti» i due percorsi vadano di pari passi. Fra gli obiettivi anche quello di accogliere nel tracciato nazionale le ricchezze dei Sinodi diocesani che in molte Chiese locali del Paese si sono svolti o sono in corso.

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