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Il sogno di pace del cardinale Bassetti
In queste ore, la pace è un posto letto, ma «bisogna essere ordinati nella carità». Il cardinale Gualtiero Bassetti, incontrando i media cattolici corona la riflessione sul “Mediterraneo, frontiera di pace” che ieri pomeriggio ha fatto il pienone al Meeting, con la conferma di una mobilitazione della Chiesa in favore dei profughi afghani.
«Faremo il possibile per il fratello che fugge – ha detto il presidente della Cei –: ci è stato chiesto dalle diocesi di ospitare famiglie e gruppi di famiglie. Però questo è un problema che non può essere affrontato solo dall’Italia. Come ha riconosciuto il presidente Sassoli, solo insieme possiamo affrontarlo e soltanto insieme possiamo mettere le premesse perché queste tragedie non succedano».
Poi, un commento perplesso, circa le modalità della smobilitazione militare da Kabul: «All’improvviso sono fuggiti, hanno lasciato tutte le armi. È come mettere un fucile da caccia in mano a un bambino di sei anni… a volte si fanno gesti che non sono sufficientemente pensati; comunque sia, come sempre attraverso la Caritas – perché bisogna essere ordinati nella carità – ci stiamo allertando».
Si è parlato di tante cose a Rimini. Del coraggio di dire io: «Una riflessione molto importante, perché mi porta a dire “io sono l’altro” e se ci si mette in questa logica tutto cambia, tutto si trasforma, perché si mette in pratica il Vangelo di Cristo. Mentre questo “io” così difeso e urlato da tutte le parti nella società contemporanea è soltanto la brutta maschera che ci si mette per coprire ciò che non abbiamo di bello» ha commentato il cardinale. Si è parlato anche del pellegrinaggio alla Porziuncola per le vocazioni, promosso proprio da Bassetti. «Il Signore mi ha tirato le orecchie perché avevo cominciato bene ad Arezzo con il pellegrinaggio alla Verna, ventuno chilometri e 700 metri di dislivello… E Dio le mandava le vocazioni! Poi probabilmente ho creduto che si potesse fare una pastorale più scientifica, ma si deve lavorare più di ginocchia che di testa».
Tuttavia, è soprattutto il tema della costruzione della pace attraverso il dialogo interreligioso che ha impegnato il presidente della Cei nel confronto riminese con il sindaco di Firenze: Dario Nardella ha lanciato con la Cei l’iniziativa dell’incontro del 2022 tra vescovi e sindaci del Mediterraneo e al Meeting ha testimoniato tutta l’emozione e la tensione che permea un’iniziativa che promette di essere epocale. Quest’assise è figlia infatti dell’incontro di Bari – «dall’antichità cristiana il respiro mediterraneo mancava nel discernimento ecclesiale dei vescovi» ha ricordato a sua volta il porporato – ma soprattutto di La Pira, che ebbe le intuizioni più folgoranti sulla pace e ne ebbe anche sulla necessità di riunire le grandi religioni abramitiche. «Oggi siamo giunti a un punto della storia umana che non possiamo più permetterci dinamiche di contrapposizione e dobbiamo riscoprire il “rivale” come abitante dell’altra riva, amico e vicino, il prossimo. Torniamo a essere veri rivali nel Mediterraneo» ha detto il presidente della Cei, raccontando di aver riscontrato un sincero entusiasmo in papa Francesco di fronte all’idea di un nuovo incontro dopo quello in cui, a Bari, il pontefice aveva chiesto di rialzare le città distrutte dalla violenza. I vescovi dell’area, ha spiegato Bassetti, hanno colto l’idea con altrettanto entusiasmo e con loro le autorità delle altre religioni.
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