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L’appello del Nobel Joseph Stiglitz ai Grandi: è il modo più efficace per aumentare la produzione di vaccini
«Non è il tempo di perdersi in dibattiti. È un lusso che il mondo non può permettersi. È il tempo di agire». La voce di Joseph Stiglitz risuona da una sponda all’altra dell’Atlantico con l’usuale chiarezza. Economista tra i più noti, saggista, studioso in prima linea nella lotta alle diseguaglianze, il Nobel è stato tra i 170 esponenti del mondo della politica, dell’accademia e della cultura a chiedere al presidente Usa Joe Biden di dar seguito all’annuncio e sostenere, di fronte all’Organizzazione mondiale del Commercio (Wto), la proposta di India e Sudafrica per la sospensione dei brevetti sui vaccini anti-Covid. A coordinare l’iniziativa della lettera aperta – presentata in vista delle ultime riunioni della Wto – è stata la People’s Vaccine Alliance che vede Oxfam e Emergency impegnate nella battaglia per l’accesso universale ai farmaci, accanto a oltre 50 organizzazione internazionali. Con Avvenire, ora, il professor Stiglitz rinnova l’appello e lo rivolge non solo alla Casa Bianca bensì ai principali leader del pianeta, finora riluttanti a entrare in conflitto con gli interessi di Big Pharma, nonostante le autorevoli petizioni. Inclusa quella di papa Francesco. «È urgente fare il possibile per aumentare l’offerta di vaccini, medicinali e dispositivi per far fronte alla pandemia. E garantirne la disponibilità alla maggior parte della popolazione, inclusa quella dei Paesi poveri – afferma il Nobel –. Ciò implica, ovviamente, il finanziamento dell’alleanza solidale Covax. Ma soprattutto richiede lo stop temporaneo dei brevetti. Se la Wto l’avesse fatto quando Pretoria e New Delhi l’hanno proposto la prima volta, la quantità di prodotti anti-Covid sarebbe maggiore. Forse molto maggiore».
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