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SS. Pietro e Paolo
Nel “cammino verso la piena comunione”, con “l’aiuto dello Spirito” è giunta l’ora di dare uno “slancio ulteriore al nostro cammino per abbattere vecchi pregiudizi e superare definitivamente rivalità dannose”.
È accorato il discorso di papa Francesco alla delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, giunta come di tradizione a Roma in occasione della Solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, e ricevuta in udienza nel Palazzo Apostolico Vaticano.
Soffermandosi sul senso della crisi innescata dalla pandemia, il Pontefice ha osservato che “ogni crisi pone di fronte a un bivio e apre due vie: quella del ripiegamento su se stessi, nella ricerca delle proprie sicurezze e opportunità, o quella dell’apertura all’altro, con i rischi che comporta, ma soprattutto con i frutti di grazia che Dio garantisce”.
Per Francesco quindi nel dialogo ecumenico “se saremo docili all’amore, lo Spirito Santo, che è l’amore creativo di Dio e mette armonia nelle diversità, aprirà le vie per una fraternità rinnovata”. Intanto il vescovo di Roma ha evocato la “testimonianza di crescente comunione tra noi cristiani”, che “sarà anche un segno di speranza per tanti uomini e donne, che si sentiranno incoraggiati a promuovere una fraternità più universale e una riconciliazione in grado di rimediare ai torti del passato”. Questa “è la sola via per dischiudere un avvenire di pace”.
Domani, giorno della festa di San Pietro e Paolo, la delegazione inviata dal Patriarca Bartolomeo, guidata dal metropolita di Calcedonia Emmanuel, assisterà alla messa papale in Vaticano per la Solennità dei santi patroni della Chiesa di Roma. Mentre il prossimo 30 novembre una delegazione vaticana parteciperà alla liturgia celebrata al Fanar, la sede del Patriarcato ecumenico ad Istanbul, per la festa di Sant’Andrea, il “primo chiamato” tra gli apostoli.
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