Sfuggiti alle torture in Libia

Provengono da Paesi come Sudan, Eritrea, Camerun ed Etiopia le 45 persone giunte questa mattina all’aeroporto di Fiumicino in aereo in Niger via Tunisi grazie ai corridoi umanitari promossi dalla Caritas italiana, su mandato della Conferenze episcopale italiana, dall’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati e dal governo italiano. Otto famiglie, tra cui una ventina di minori, che sono sfuggiti ai campi libici e che hanno evitato i pericoli delle traversate del Mediterraneo.

Sfuggiti alle torture in Libia

“Si tratta di famiglie, ma anche di singoli, che si trovavano fino a qualche ora fa in Niger nei campi profughi allestiti dalle Nazioni Unite, ma la cui storia parte da molto più lontano”, spiega a Vatican News poco dopo l’atterraggio Oliviero Forti, responsabile dell’Area immigrazione della Caritas italiana. “Fuggono dai propri Paesi per le motivazioni più varie cercando di raggiungere l’Europa attraverso la Libia, però in Libia vengono incarcerati come molti dei loro connazionali e sottoposti a una detenzione arbitraria, illegale e terribile, perché vengono sottoposti a torture”. Da lì, continua Forti, “sono stati trasferiti momentaneamente in Niger, il Paese più povero dell’Africa, che ha accettato di accoglierli, ma chiaramente per un tempo limitato, aspettando che qualcuno potesse trasferirli altrove”.

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