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Migrazioni, da S.Egidio le proposte a Draghi
Ci può essere una «giusta ripartenza», ci può essere un’immigrazione ben gestita, un’immigrazione che faccia incontrare il bisogno degli italiani con quello di chi emigra «in legalità e sicurezza». E per farlo la Comunità di Sant’Egidio presenta al governo di Draghi quattro proposte, in vista del Consiglio Europeo del 24 e 25 giugno. Innanzitutto occorre ripristinare i flussi di ingressi regolari nei settori che hanno più bisogno di lavoratori, come la sanità, il turismo e l’agricoltura; poi per la comunità trasteverina serve reintrodurre il sistema di sponsorship private e «prestazione di garanzia» per far entrare lavoratori dall’estero; ampliare la best practice dei corridoi umanitari ed estenderli ad altri Paesi europei; infine superare il Regolamento di Dublino prevedendo la possibilità, per chi si sposta per i 3 mesi consentiti dal diritto di visita, di accettare un impiego in un Paese diverso da quello di arrivo e possibilità di sponsor privati che possano richiedere l’autorizzazione all’ingresso per ricerca di lavoro per un anno. La ripartenza, ricorda infatti il responsabile della comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo, «dovrà essere in meglio, per creare un mercato del lavoro sano e combattere il boomerang dell’occupazione sommersa». Ci sono infatti 600mila stranieri in attesa che, se regolarizzati, «aiuterebbero il gettito fiscale dello Stato, le pensioni e il welfare».