Parrocchie
Intelligenza artificiale e religione
Nella parrocchia di San Ferdinando si è tenuto l’incontro di chiusura dell’anno Paolino. Padre Silvestro Bejan ha proposto un tema assai attuale e che ci interpella quello del rapporto tra l’Intelligenza Artificiale e la Religione.
Viviamo in un periodo dove il rapporto tra religione e scienza viene visto come concorrenziale ed entrando in conflitto come sistemi di conoscenza concorrenti, si escludono necessariamente a vicenda. La scienza infatti procede nell’ipotesi che possono esserci noti soltanto processi intramondani, fondati su condizioni e cause intramondane. Da parte sua la religione ammette l’esistenza di una realtà sovrasensibile e sovramondana che agisce all’interno dell’accadere intramondano, in modo da influire sugli eventi naturali umani e sociali. Il rapporto concorrenziale tra questi due sistemi di conoscenza, offre anche una semplice spiegazione della secolarizzazione; il sistema primitivo di conoscenza “religione”, è soppiantato dal progredito sistema “scienza”. Questo modo di intendere le cose in realtà, non è altro che un fraintendimento razionalistico della religione che può facilmente essere riconosciuto se si comincia a prendere atto della realtà multidimensionale della religione; il che si può fare o in base alla propria esperienza o a quella trasmessa dalla storia.
Ecco che se vogliamo affrontare il tema delicato qual è quello dell’Intelligenza Artificiale in rapporto alla religione è quanto mai necessario riflettere su due questioni fondamentali: la dignità dell’uomo e la centralità di Dio. Volendo intanto definire l’intelligenza artificiale essa è l’abilità di una macchina di mostrare capacità umane quali il ragionamento, l’apprendimento, la pianificazione e la creatività. Essa permette ai sistemi di capire il proprio ambiente, mettersi in relazione con quello che percepisce e risolvere i problemi e agire verso un obiettivo specifico. Il computer riceve i dati, li processa e risponde. I sistemi dell’IA sono capaci di adattare il proprio comportamento analizzando gli effetti delle azioni precedenti lavorando in autonomia. Essa sta prendendo sempre più piede nelle nostre vite e quasi non ce ne accorgiamo perché è diventato ormai tutto normale. I cristiani sono chiamati dunque a confrontarsi su tutto, in particolare su ogni novità. L’atteggiamento cristiano è favorevole ma sempre nei limiti che fin dalla genesi Dio assegna all’uomo, e cioè quelli di conquistare la terra e dominare l’ambiente ma per proteggere, conservare e migliorare la specie, non distruggendo e avendo sempre ben presente che il desiderio dell’uomo di creare qualcosa di simile all’essere umano porta con sé il rischio dell’Imitazio dei, cioè l’uomo non collabora con Dio ma gli si sostituisce. Papa Francesco osserva che possiamo dire che qualsiasi strumento non è mai del tutto neutro ma può avere rilevanti conseguenze sociali che interessano ad esempio gli stili di vita o anche le possibilità lavorative. Per questo motivo l’uomo e le istituzioni hanno il compito di governare e vigilare su questi strumenti senza demonizzarli ma ricorrendo se possibile, ad un supplemento di “anima” partendo dal presupposto che le emozioni, la consapevolezza e la condivisione tipica dell’uomo non sono replicabili da alcun tipo di macchina o di intelligenza.
Oggi in Occidente e anche in Oriente, tutto il processo del credere è in discussione, non solo la fede; assistiamo alla rinascita di tante idolatrie. Gli idoli moderni sono qualsiasi cosa che prende il primo posto nel cuore delle persone fino a dominarle e a diventare un’ossessione che rende schiavi e infelici. Anche in un mondo secolare e tecnologico come il nostro, l’idolatria non è affatto scomparsa. Agli antichi idoli ne sono subentrati di nuovi e le immagini sono entrate sempre più prepotentemente nelle nostre vite, falsando la gerarchia dei valori a cui dovrebbero essere improntate. Pensiamo ad esempio al posto enorme che il cellulare occupa nelle giornate di molti di noi. Parlando in generale, denaro, sesso, potere, droga, sono gli idoli da cui l’umanità deve ancora di nuovo liberarsi. L’idolatria non rappresenta una fase ormai superata dell’evoluzione religiosa dell’umanità, ma un pericolo costante anche per i nostri monoteismi e i nostri ateismi. Nella crisi attuale si può avere perfino un approccio religioso all’intelligenza artificiale. Sempre più movimenti pensano che macchine, mega computer potranno assurgere al ruolo di divinità in un futuro molto vicino vedi i casi dei movimenti Theta Noir, Turing Church. Macchine più potenti dell’intelligenza umana che allungheranno le nostre vite fino a farci sfiorare la trascendenza.
Tutti noi usiamo il motore di ricerca Google. Uno dei primi frammenti della filosofia occidentale ci viene da Eraclito di Efeso il quale ci dice che Dio che è nella città di Delfi, non parla, non tace, ma dà un significato al mondo. Molti quando consultano Google hanno un approccio oracolare ai dati. L’intelligenza Artificiale è l’oracolo perfetto; è il nuovo oracolo di Delfi. Questa potente macchina è il perfetto dio sulla terra o meglio, molti dei, per molte funzioni. Invece del bellissimo monte Olimpo dimora degli dei, abbiamo il display dello smartphone: non abbiamo più il dio dell’amore Eros, ma il sito di incontri Tinder, non un dio del mercato Mercurio, ma c’è Amazon, non un Dio della cucina Comus, ma c’è il McDonald’s. E questa sorta di relazione religiosa ci porta a non verificare la realtà dei fatti; siamo guidati dalle macchine perché ci lasciamo guidare. Diceva Umberto Eco: ”il computer non è una macchina intelligente che aiuta le persone stupide, anzi è una macchina stupida che funziona solo nelle mani delle persone intelligenti”.
Siamo in una società pluralistica dove tutto sta cambiando, non solo le idee ma anche le emozioni, i sentimenti, i vissuti, le memorie, le attese, la rete delle relazioni e degli incontri. A volte c’è una smania esasperata di essere nuovi, originali ad ogni costo, anche nel linguaggio e se una cosa è nuova ha valore, altrimenti viene cestinato, quindi la novità acquista valore ed essa si identifica con il valore stesso. Persino la creatività è usata solo per sostituire; tuttavia come ben sappiamo, la novità è un valore molto ambiguo e sfuggente.
C’è una cosa che non cambia mai: l’essere umano che è l’essere chiamato all’incontro con Dio, col Mistero assoluto. Ma tale Assoluto, ultimo delle aspirazioni del cuore umano e meta ultima del suo pellegrinare nel tempo, si rivela in ultima analisi come ciò che vi è di più indispensabile e necessario all’uomo; ma nello stesso tempo come ciò che è più indipendente da lui e/o che può essere ricevuto solo come libero dono e grazia al di fuori di ogni manipolazione umana. L’uomo infatti può incontrare l’Assoluto solo dove l’Assoluto si fa incontrare. Quindi il dramma della ricerca umana possiamo focalizzarla nei seguenti punti: l’uomo e quell’essere alla ricerca del senso più profondo e reale del suo esistere, cioè di ciò che vi è di più indispensabile e necessario per lui; tuttavia non può raggiungere tale scopo se non come assoluto dono e pura grazia. Tale esperienza dell’Assoluto è il cuore di ogni vera esperienza religiosa, e quindi di ogni vero mistico. L’esperienza mistica ci porta ad un livello che sta chiaramente al di là di ogni formulazione logico-razionale, al di là di ogni intelligenza artificiale.
Il cambiamento fa sempre paura soprattutto se è un cambiamento epocale e sociale. Ogni cambiamento distoglie lo sguardo da ciò che è centrale, prioritario: Dio e l’uomo.