Il santo Graal

Questo prezioso oggetto è sempre stato al centro di storie e romanzi fantastici come la leggenda dei Cavalieri della Tavola Rotonda in Inghilterra, i racconti di Perceval in Francia e Parzival in Germania nel XII-XIII secolo. Il genere venne ripreso anche da Wagner in prospettiva cristiano-esoterica e alla fine del XX secolo i romanzi fantasy scritti da B. Cornwell favorirono la nascita del filone editoriale che dura tuttora.

Il Santo Graal di Valencia è il calice che Gesù usò nell’Ultima Cena con gli Apostoli per consacrare e offrire il Vino Eucaristico cioè il suo Sangue, ma è anche stato identificato come la coppa in cui Giuseppe d’Arimatea raccolse il Sangue di Cristo crocifisso. Esistono molte varianti per indicare il Graal: San Grëal, Holy Grail, Sangreal in Inghilterra, Sanct Graal e Saint Graal nel francese antico e moderno, Gral e Graal in tedesco. La «grolla» valdostana è parente lessicalmente stretta del graal e somigliante al latino gradalis o gratalis, «vaso». Da molte fonti sappiamo che alcuni secoli dopo la morte di Cristo a Gerusalemme veniva mostrato il Santo Graal ai pellegrini cristiani. Secondo la relazione di Arculfo, Vescovo francese vissuto in Terra Santa nel 720 d.C., nella chiesa del Santo Sepolcro a Gerusalemme era conservato il Calice del Signore, dove egli stesso consacrò il proprio Sangue. Il Venerabile Beda aggiunge che la coppa era protetta da una rete e che si poteva toccare e baciare attraverso un’apposita apertura. Non si conosce bene la data di quando il calice fu portato via da Gerusalemme, è molto probabile che la data risalga al VII secolo.

Oggi a Valencia, nella cappella gotica del Santo Cáliz nella Cattedrale della città, è conservato ed esposto alla venerazione dei fedeli un calice miracoloso che la tradizione identifica con il Santo Graal. La base di questo prezioso oggetto è formata da porzioni diverse: la parte superiore di un calice di cornalina capovolta costituisce la base, lo stelo è arricchito con pietre preziose e la parte superiore è una coppa, anch’essa di cornalina. Queste parti sono attribuibili a epoche diverse; la coppa è la più antica e la più difficile da datare e costituisce la parte più interessante. Sulla base vi è inoltre un’iscrizione araba di interpretazione controversa, ma che potrebbe fornire un’ulteriore prova per la datazione. Secondo il professor Salvador Antuñano, «quando si conosce il mistero del Calice del Santo Graal ci si rende conto che in esso non c’è niente di enigmatico o esoterico. La storia di questo prezioso Calice riguarda l’episodio della storia più drammatico, più sublime che l’umanità abbia mai vissuto: la storia del Verbo che si è fatto Uomo e Eucaristia».