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A proposito di vacanze coi bambini
Più o meno trent’anni fa nel catalogo di una nota marca di abbigliamento tecnico e sportivo, Patagonia, venne pubblicata una fotografia che in seguito sarebbe diventata iconica: ritraeva una neonata, avvolta in una tutina viola, sospesa nel vuoto tra due rocce perché la madre l’aveva lanciata al padre nell’intenzione di superare un crepaccio, e proseguire insieme il cammino nel Joshua Tree National Park, in California.
Guardare quell’immagine a distanza di tanto tempo fa un certo effetto, perché riflette uno stile di vita, ma anche la sensibilità di un’epoca. In una foto è rappresentata la voglia di vivere di due giovani – peraltro in un simbolico passaggio di “testimone” dalla madre al padre – ma anche il desiderio di continuare a celebrare la propria passione per il trekking e l’arrampicata, e soprattutto di volerlo fare insieme a un figlio, pur se appena nato. La sfida e il rischio della genitorialità, così come la sua dimensione avventurosa, potremmo dire, si affiancano, e non si sostituiscono, alle sfide e ai rischi della vita senza figli: l’idea, per molti aspetti affascinante, è che con i bambini si può continuare a fare tutto quello che si faceva prima, insieme, senza bisogno di adattamenti né di limiti.