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Le novità che non ci piacciono
«Vorrei riservare un tavolo per due persone. E non vorrei bambini di mezzo». La richiesta pronunciata nella cornetta suona stranissima, non così sembra alle orecchie dell’interlocutore all’altro capo del telefono. Il cameriere di un ristorante della capitale prende la prenotazione senza fare una piega e dice solo: «Per che ora?».
Già: sono pochi ormai a non essersi accorti che negli ultimi anni si sono moltiplicate le attività commerciali “senza bambini”. E per tanti ristoranti, alberghi e compagnie aeree la concisa definizione inglese no kids è un’etichetta come un’altra. Lo stesso sarebbe, per dire, se ci fosse scritto gluten free o vegano, e in effetti con la medesima naturalezza la definizione viene affissa in vetrina o sui menù di questo o quel locale, contribuendo a normalizzare il concetto e a smorzarne la portata.
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