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«Democrazia non in buona salute. I cattolici curino il suo cuore infartuato»
Il Papa fa il check up alla democrazia e afferma che “nel mondo di oggi non gode di buona salute”. “Possiamo immaginare – afferma – la crisi della democrazia come un cuore ferito, infartuato”. Ma allo stesso tempo Francesco rilancia: “Appassioniamoci al bene comune”, affinché attraverso la partecipazione “la democrazia assomigli a un cuore risanato”. E quindi la sua proposta di “organizzare la speranza”. “La pace e i progetti di buona politica possono rinascere dal basso – sottolinea -. Perché non rilanciare, sostenere e moltiplicare gli sforzi per una formazione sociale e politica che parta dai giovani? Perché non condividere la ricchezza dell’insegnamento sociale della Chiesa? Possiamo prevedere luoghi di confronto e di dialogo e favorire sinergie per il bene comune”.
Il fulcro del discorso di papa Bergoglio alla 50.ma Settimana sociale dei cattolici italiani è proprio qua. Francesco arriva al Centro Congressi in perfetto orario, poco dopo le otto e dopo un volo di due ore in elicottero da Roma. Accolto e salutato dalle autorità civili e dal cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, oltre che dal segretario generale, Giuseppe Baturi, e dal presidente delle Settimane sociali, Luigi Renna, oltre che dal vescovo di Trieste, Enrico Trevisi. Non tarda ad entrare in argomento il Pontefice. E per prima cosa stila la diagnosi della democrazia. “La crisi della democrazia è come un cuore ferito – sottolinea -. Ciò che limita la partecipazione è sotto i nostri occhi. Se la corruzione e l’illegalità mostrano un cuore “infartuato”, devono preoccupare anche le diverse forme di esclusione sociale. Ogni volta che qualcuno è emarginato, tutto il corpo sociale soffre. La cultura dello scarto disegna una città dove non c’è posto per i poveri, i nascituri, le persone fragili, i malati, i bambini, le donne, i giovani. Il potere diventa autoreferenziale, incapace di ascolto e di servizio alle persone”.
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