Linea…di pensiero. Mentori o influencer?

Dal mentore all’influencer. La società cambia e con essa mutano anche i riferimenti, gli ancoraggi, le relazioni. Generazioni e generazioni hanno sempre avuto persone “di esempio”, autorevoli, modelli a cui ispirarsi per la fiducia che sapevano infondere e donare, persone sagge e sapienti a cui guardare e da cui trarre giovamento. E così ciascuno prendeva spunto da loro nella costruzione del proprio sé, fiero ed onorato della loro “influenza”, solitamente benefica e gratificante. Professori, intellettuali, ma anche maestre e maestri, religiose e religiosi.  Donne e uomini animati da una passione per la vita e la cultura ma anche da una forte propensione spirituale, capaci di esprimersi con esempi virtuosi. Ed ecco scrittori, artisti, poeti, scienziati, filosofi, sacerdoti, statisti e politici che hanno “formato” generazioni come “esempi” e guide di riferimento ben presto sono stati sostituiti da cantanti, da personaggi sportivi e dello spettacolo, che con l’avvento della televisione hanno conquistato audience sempre più estese. E poi nei tempi tecnologici ecco  il web, la ragnatela globale, che  permette a molti di mettersi in mostra e di fare “da guida”

Non importano le qualità legate agli studi fatti e alle ricerche compiute. Non sono necessarie doti intellettuali e nobili virtù. Conta il modo di sapersi presentare, la “relazione” diadica tra influencer e soggetto che “mi segue”, la capacità di saper fare self marketing andando incontro a ciò che la gente “vuole vedere e vuole sentirsi dire”. È così che si costruiscono social sempre più mirati a “centri benessere”, che non significa avere a cuore il benessere delle persone! Il rischio è amplificare il benessere individuale senza mettere al centro quel ben-essere  che porta alla continua costruzione del sé, delle sue più complesse dinamiche. Di accettazione del proprio io e della costruzione di sane relazioni con gli altri. Alimentarsi di influencers è immediato e facile. È smart, simple, open e friendly! Non sempre quello che è facile è anche costruttivo e capace di infondere solidi riferimenti, ancoraggi stabili, esempi virtuosi di vita capaci di condurre alla comprensione del proprio io e del mondo, all’autostima, alla autorealizzazione.

A poter dire: “sono fiero di vivere la vita, dono unico e supremo!” Viviamo nei social ma non siamo “dei social”. Ri-scopriamo  il dono e la carica di essere accompagnati e consigliati da mentori!