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Stop al caporalato? Solo stando uniti. E bando alle ipocrisie
La lotta al caporalato non è mai di parte, appartiene all’opposizione e al governo, ai sindacati come alle organizzazioni datoriali, alla società civile tutta. È una lotta che deve impegnare tutte le forze sane e che lo Stato ha intrapreso con la buona legge del 2016, approvata all’unanimità.
Però anche oggi davanti alla atroce morte del giovane bracciante indiano Satnam Singh si vedono troppi distinguo che possono fermare la doverosa opera di repressione e prevenzione. Cosa significano, ad esempio, dopo il tavolo governativo sul tema le dichiarazioni del ministro dell’Agricoltura Lollobrigida, per il quale non va criminalizzato un settore come quello agricolo? E da dove si dovrebbe partire con una raffica di controlli, unico rimedio efficace, se non dal settore agricolo, dove il caporalato è piaga secolare?