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Linea…di pensiero. Quali sono le nostre motivazioni?
Assistiamo spesso a persone che mancano di slancio, di intraprendenza e che si caratterizzano con comportamenti molto passivi. Ed eccole inoperose e pigre, apatiche e immotivate. È tipico di molti studenti che non trovano “ragione e passione” nello studio, nel portare a termine obiettivi impegnativi e complessi. E così si ha una elevata dispersione. Non solo nella Scuola secondaria di secondo grado ma anche in quella universitaria. Ancora troppi che non raggiungono la meta arenati su sabbie mobili! E ancora tanti che pur lavorando, anche stabilmente, lo fanno in modo insignificante e senza alcuna energia che li appassiona. Quasi a consumare il tempo perché il lavoro rappresenta una fatica, un peso, una noia che, in molti casi, provoca perfino stress e tristezza.
Ma perché manca la motivazione? Ovvero quali sono i motivi che spingono le azioni, il fare, l’operare? Che cosa “muove” le persone a comportamenti attivi, a slanci verso obiettivi che producono soddisfazione personale? La motivazione non si perde mai quando a fondamento del vivere ci sono persone che sai che ti vogliono bene e ti spronano al bene, che ti amano, che mai ti abbandoneranno. E sempre puoi contare su di esse, grazie alla loro fedeltà, fiducia e amicizia. Ogni persona ha bisogno di spinte relazionali, di carezze, di apprezzamenti, di stimoli positivi, che accompagnano il vivere. Non bastano le mete e i risultati se essi non sono condivisi e valorizzati da chi ci sta a fianco. Se poi oltre alle persone, che ci esprimono il loro bene, vi è anche il sentire una presenza divina, che accompagna e sostiene la vita, allora la motivazione acquista ancora più spinta. Lo si vede nei Santi.
Il 13 giugno è ricordato Sant’Antonio da Padova: uno dei Santi più venerati dalla gente per il suo esempio di instancabile camminatore e messaggero di bene, capace di parlare al cuore di ognuno con la sua “bellezza interiore”. Avrebbe potuto starsene nel suo Portogallo e invece lascia quella terra nativa e va “di paese in paese” per incontrare folle e portare incoraggiamento, fiducia e speranza chinandosi sulle ferite e i dolori di tanti senza più motivo di vivere. Occorre muoversi, andare, incontrare e motivare. Ti ho incontrato, ti ho incontrata e come recita il Salmo: “hai tramutato il mio lamento in danza, la mia veste di sacco in abito di gioia”.