Una Consulta per i cristiani perseguitati

Dal recente incontro a Palazzo Chigi tra rappresentanti di gruppi impegnati per la tutela della libertà religiosa nel mondo e l’inviato speciale del governo italiano per la libertà religiosa, Davide Dionisi, sono emerse possibilità per nuove e concrete iniziative comuni di sensibilizzazione e impegno.

Lo scambio di idee che ha coinvolto l’Associazione dei cristiani pachistani in Italia, Aiuto alla Chiesa che Soffre, Associazione Pro Terra Sancta, Avsi, Fondazione Oasis e Sant’Egidio ha avuto come obiettivo un progetto di cooperazione tra gruppi della società civile e l’esecutivo che – con le parole di Michele Brignone della Fondazione Oasis – possa « produrre una visione sintetica del nostro lavoro secondo la peculiarità propria di ognuno che possa trovare punti di convergenza con il lavoro di Palazzo Chigi per la promozione della libertà religiosa». Un tema, ha confermato Dionisi, «molto importante» e che vede sensibile il governo. « Per questo – ha sottolineato – desidero coinvolgere tutti voi in un percorso che possa portare attenzione sul tema e promuovere le istanze più urgenti.

Inoltre desidero costituire un ente assieme a voi che possa in futuro portare anche in Europa, nel nuovo Parlamento che verrà, le problematiche sul tema che emergeranno dal lavoro

assieme ». Daniela Canclini, ideatrice del progetto, ne ha spiegato l’origine: «Questa iniziativa prende l’esempio da quanto già avviene in altre nazioni occidentali, e vuole mettere insieme attori che, con esperienze e competenze diverse hanno a cuore la sorte dei milioni di cristiani che in tante parti del mondo, come sappiamo, vivono in un contesto di emarginazione e di persecuzione a causa della loro fede. Crediamo che mettere a insieme le nostre energie richieda uno sforzo ma possa essere una risorsa importante nell’ideare soluzioni e trasmettere una testimonianza preziosa in un momento di così forti divisioni».

Alla luce di quanto emerso il 22 aprile dai vari interventi e dalla proposta operativa del rappresentante governativo, è emersa la volontà di dare presto vita a una Consulta che possa essere di supporto alle iniziative governative e non manchi di proporre a un ambito più vasto le tematiche più urgenti che riguardano i cristiani perseguitati. Come in Pakistan che, indicato tra i Paesi in cui la situazione dei cristiani risulta particolarmente problematica, ha nei cattolici una comunità in grado di esprimere spirito di cooperazione e volontà di dialogo.

Alla Consulta hanno già aderito diverse delle realtà associative presenti all’incontro, ma l’intenzione è che a esse si aggiungano altre associazioni coinvolte nel prossimo Forum sulla libertà religiosa di settembre, importante occasione di raccolta e scambio di testimonianze.