Generazioni di felicità

Chi scrive vuole provare a fare una sintesi di quattro giorni ricchi, così intensi e carichi di emozioni, che rimarranno scolpiti per sempre nei cuori di chi ha partecipato. La Route Nazionale delle Comunità Capi 2024, svoltasi a Verona dal 22 al 25 agosto per celebrare i 50 anni dell’AGESCI, è stata un’esperienza che ha saputo raccogliere e far germogliare i semi della felicità, portando con sé un carico emotivo che ancora ci accompagna mentre, lentamente, torniamo alla quotidianità. Eravamo circa cento capi scout da Livorno, uniti dalle nostre radici comuni, ma provenienti da angoli diversi della Diocesi: Livorno, Rosignano, Guasticce. Un centinaio di volti amici, pronti a immergersi in un mare di 18.000 camicie azzurre, tutte animate dal medesimo spirito di servizio e condivisione. Verona, con il suo fascino antico e la sua accoglienza calorosa, ci ha stretti in un abbraccio che sapeva di casa. Già dal primo giorno, il 22 agosto, l’emozione era palpabile. Un fiume di scout ha invaso la zona del Pestrino, dove i quattro sottocampi si preparavano a ospitarci. Tende che si alzavano in un batter d’occhio, spazi comuni che diventavano rapidamente luoghi di incontro e di scambio, docce fredde che ci svegliavano al mattino presto, ricordandoci che la semplicità è un valore da riscoprire. E poi c’era il cibo, sostenibile e vegetariano, a ricordarci che anche nella nostra alimentazione possiamo fare scelte di cura e rispetto per il pianeta. Il tema della felicità, il filo conduttore di questa Route, si respirava in ogni attività, in ogni sguardo, in ogni gesto, sovrastando la fatica degli spostamenti e qualche imperfezione logistica che ci ha costretti a lunghe camminate.

La sera del 22, durante la cerimonia inaugurale, l’alzabandiera ha sancito l’inizio ufficiale di questa avventura, e quando Gianni Morandi ha intonato le sue canzoni più note, le voci di migliaia di scout si sono unite in un coro che ha risuonato per tutta Verona, unendo generazioni diverse in un canto di gioia e speranza. Il 23 e il 24 sono stati giorni di movimento e scoperta. Ogni mattina, dopo una rapida colazione condivisa, ci mettevamo in marcia verso Verona o Villa Buri, a turni. A Verona, le Tracce ci hanno visti impegnati in servizi che abbiamo portato avanti insieme a comunità gemellate, costruendo legami che andavano oltre i confini delle nostre città e lasciando alla città di Verona centinaia di impronte concrete derivanti dai servizi svolti. Gli Sguardi, invece, ci hanno offerto la possibilità di ascoltare conferenze molto interessanti su vari aspetti della felicità, arricchendo il nostro cammino con nuove prospettive. A Villa Buri, la Piazza delle Generazioni pulsava di vita. Qui, le voci del volontariato si mescolavano con quelle degli scout, creando un mosaico di esperienze e visioni. Anche i Confronti, caratterizzati da otto tavole rotonde, sono stati un momento di arricchimento personale e comunitario, così come le mostre e tutti gli stand associativi, luna park scout compreso. Le Botteghe di Futuro, a cui chi scrive a potuto partecipare come delegato della sua Comunità Capi, sono state un momento di riflessione profonda sul futuro dell’associazione. Ogni Comunità Capi ha portato con sé un pezzo di percorso fatto durante l’anno, un tassello di quella grande costruzione collettiva che è il nostro impegno educativo. Questo momento ci ha fatti sentire parte di un processo di cambiamento e progettazione che non si esaurirà con la fine della Route.

La veglia scout della sera 23 agosto ha riunito le comunità capi sotto un cielo stellato, illuminato solo dalle lanterne che ogni Comunità Capi ha portato. In quei momenti di preghiera e condivisione, il senso di appartenenza e fratellanza era tangibile. Mentre il 24 agosto, il concerto finale con Roberto Vecchioni ha riempito l’aria di musica e grandi emozioni, e insieme al videomessaggio della Senatrice Liliana Segre ha toccato corde profonde, ricordandoci l’importanza del nostro impegno, della memoria e della speranza. Il 25 agosto la messa finale, celebrata dal Presidente della CEI, il Cardinale Matteo Maria Zuppi, è stata un momento di forte spiritualità e unità. Le parole di Papa Francesco, lette all’inizio della celebrazione, hanno risuonato nell’arena come un messaggio di speranza e incoraggiamento per tutti noi. Quando è arrivato il momento dell’ammainabandiera, il cuore si stringeva, sapendo che quei giorni straordinari stavano per concludersi. Il bim-bum crak finale è stato un grido liberatorio, un saluto carico di emozioni che ha sigillato un’esperienza indimenticabile.

Se dovessi descrivere questa route con qualche assaggio significativo direi che sono stati giorni preziosi, fatti di un’essenzialità che ci ha fatto gustare ogni piccola cosa: fatica, polvere che si alza, canti improvvisati in marcia all’imbrunire con una trombetta e una chitarra, gambe e schiena doloranti, docce fredde alle 6 del mattino, tante emozioni diverse, preghiere corali, servizio, confronti, sguardi, tracce, incontri, cibo discutibile, scoperte, storia, diversità, gridare insieme per la pace, viaggi della speranza, sudore, comunità, entusiasmo, risate spontanee, riflessioni sul futuro, quell’unione che ci fa sentire tutti fratelli e sorelle e soprattutto un’autentica felicità. Così ora, mentre il treno ci riporta a casa, portiamo con noi una valigia piena di ricordi, di volti sorridenti, di fatiche condivise e di sogni. La Route Nazionale ci ha insegnato che la felicità non è un traguardo, ma un cammino da percorrere insieme, con il cuore aperto e lo sguardo rivolto ai nostri ragazzi e al loro futuro. Con questa consapevolezza torniamo ai nostri luoghi, pronti a continuare il nostro servizio educativo, convinti più che mai che, passo dopo passo, possiamo davvero rendere il mondo un posto migliore.

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