Chikopelo e dintorni

Continuando il nostro viaggio, siamo partiti molto presto da Dodoma per raggiungere il villaggio di Chikopelo, dove il nostro accompagnatore e guida Paolo Siani ha operato per tanti anni e con il quale ha creato un forte legame. Raggiunta la parte del villaggio vicina al lago, Chikopelo Bwawani, abbiamo subito fatto visita alla scuola secondaria intitolata a Don Carlo Leoni, uno dei fondatori e promotori del CMSR (Centro Mondialità Sviluppo Reciproco). Prima la struttura era adibita a scuola dei mestieri, successivamente, sorta la necessità di un’istruzione secondaria, è stata fondata la scuola che abbiamo visto. Questo cambiamento è avvenuto poco tempo fa per cui la scuola presenta al momento solo il primo biennio. I ragazzi ci hanno atteso fuori dal cancello per darci il benvenuto.

Dopo esserci presentati al direttore scolastico, ci siamo diretti verso diverse aree della struttura: un’aula insegnanti, un ufficio munito di computer e stampante, le aule. C’è anche una parte dedicata a ospitare studenti fuori sede, con alloggi e mensa. Dirigendoci verso il refettorio ci siamo trovati davanti a tante seggiole poste in direzione di un ampio spazio, dove ci hanno invitati ad accomodarci. Dopo esserci seduti ci hanno consegnato un foglio con il programma della mattinata che avevano organizzato per noi. Avevano preparato danze, canti e sfilate della tribù Wagogo, presentandoci i ruoli della loro società e alcuni argomenti appresi durante l’anno. È stato un momento emozionante e coinvolgente.

Dopo una foto tutti insieme ci siamo diretti in una delle case di Chikopelo dove abbiamo potuto gustare un abbondante pranzo e conoscere le sarte della cooperativa Swala, che ci hanno accolti danzando e cantando per noi. Dopo pranzo ci siamo diretti verso la palude. In questa stagione secca è caratterizzata da un’acqua bassa, che consente comunque agli abitanti di pescare. Sulla riva sono presenti diversi banchetti che vendono pesce, delle piccole canoe in legno e tanti animali. Sia il villaggio che la palude si trovano nella rift valley; due placche tettoniche si stanno allontanando e prima o poi si staccheranno completamente rendendouna fetta di Africa una grossa isola.Dirigendoci verso la parete della rift valley che si fa sempre più alta ci siamo avvicinati alle saline.  Per ottenere il sale si scavano delle buche al cui interno si trova l’acqua. Viene scavato lo strato superficiale del terreno che contiene sale che va ripulito. Questo strato viene posto dentro le buche e si aspetta che la sabbia si sia depositata sul terreno rendendo l’acqua pulita.Quest’acqua contenente sale viene poi messa su delle teglie e si aspetta che l’acqua sia evaporata. Per velocizzare il processo di evaporazione si può scaldare le teglie con un fuoco.Questo lavoro è molto duro e viene svolto da persone che purtroppo durante l’anno non hanno avuto un buon raccolto, perciò per mantenere la famiglia decidono di trasferirsi in questa località e vendere il sale.Abbiamo infine preso la strada del ritorno e ci siamo preparati per il giorno successivo.

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