News
Lo studio del Sipri
C’erano state le invocazioni del Pontefice e dell’Onu, tutte tese a far tacere le armi, almeno nei momenti più drammatici della pandemia. E alcuni avevano sperato che il mondo post-Covid sarebbe diventato meno bellicoso. Invece il risveglio è stato ancora più duro. Nel 2020, le spese militari mondiali sono aumentate del 2,6% rispetto al 2019, anno record di esborsi, mai così iperbolici dalla fine della guerra fredda. L’anno scorso eserciti e armi hanno fagocitato quasi due trilioni di dollari (1.981 miliardi), a dispetto del crollo della ricchezza mondiale, prevista dal Fmi intorno al -4,4%.
È lapidario l’Istituto internazionale di ricerca sulla pace di Stoccolma (Sipri) di Stoccolma: «La pandemia non ha inciso significativamente sulle spese militari mondiali». Il mondo si è fatto policentrico, non solo economicamente, ma anche dal punto di vista strategico. Le grandi potenze militari, Stati Uniti, Cina e Russia in testa, non spiegano da sole le dinamiche in atto. Il campo delle medie potenze è in forte ascesa, se solo si pensa alla Turchia, al Giappone, alla Corea del Sud, agli Emirati Arabi Uniti, all’Iran, a Israele. Tutte, o quasi, reclamano uno spettro d’azione più ampio, hanno una strategia integrale, combinano metodi di soft power, assoldano vassalli e «proxy», investono nel cyber e nello spazio, ordiscono operazioni militari interforze a distanze geografiche impensabili dieci anni fa. Riarmano. La potenza d’urto, brutale, dura, lungi dall’essere scomparsa, come profetizzato da alcuni analisti negli anni ’90, è divenuta la chiave di volta dei conflitti attuali, come si è visto nel Caucaso, nel Donbass e nelle tecno-guerriglie mediorientali e africane.
La sfida è immensa. Ci sarebbe da pensare alla pace, agli investimenti colossali del post-pandemia e invece i grandi del pianeta si stanno ri-preparando a scontri fra titani. Non è un caso che Stati Uniti (39%), Cina (13%), India (3,7%), Russia (3,1%) e Regno Unito (3%) concentrino il 62% delle spese militari mondiali. L’Italia è tredicesima (1,5%) e sta attraversando una fase fortemente espansiva, mai vista dal biennio 2008-2009. Fra il 2019 e il 2021, la nostra funzione difesa si è arricchita di 2,8 miliardi di euro. Entro il 2025, la Marina imposterà una decina di nuove navi da guerra, con caratteristiche utili anche al mondo civile, che le consegneranno la leadership quasi indiscussa del Mediterraneo allargato.
continua su https://www.avvenire.it/mondo/pagine/covid-non-disarma-il-mondo