Diocesi
Testimoni di tutte le cose da lui compiute
Dal 25 aprile al 28 aprile associati di ogni età dell’Azione Cattolica da tutta Italia si sono ritrovati per la diciottesima assemblea elettiva nazionale presso la Fraterna Domus di Sacrofano (Roma). Ciascuna diocesi ha partecipato con una propria delegazione avente diritto di voto a rappresentanza di ciascun settore (ragazzi, giovani e adulti), accompagnati da un uditore. Livorno ha partecipato con l’entusiasmo di Giulio, Lorenzo, Sara e don Cornelio, assistente diocesano ACR.
L’assemblea è un passaggio cruciale della vita associativa in quanto è occasione di sperimentare la festa nella Gioia dell’incontro tra associati e assistenti di ogni angolo della penisola, ci ha consentito di intessere nuove relazioni, conoscere altre realtà e confrontarci con esperienze di Fede e associative diverse. Insomma, lingue diverse si sono comprese nel messaggio universale della Parola (del resto la Pentecoste è prossima).
Riassumendo: è la Comunità di AC che si abbraccia
In sede assembleare mettiamo in pratica il principio democratico che è il fondamento dell’organizzazione associativa: infatti, è l’assemblea che discute e vota l’approvazione del documento assembleare (una sorta di manifesto programmatico del triennio che verrà, da riportare e attualizzare nella realtà di ciascuna diocesi) e il rinnovo delle cariche associative, con l’elezione del consiglio nazionale. Coroniamo in questi tre giorni quello che quotidianamente portiamo avanti sul territorio: uno stile sinodale, che non rinuncia al confronto nella logica di una sana dialettica argomentativa, favorendo il pluralismo senza cedere alle pulsioni disgregative della contemporaneità.
Tra responsabili, come chi scrive, alla prima esperienza di assemblea, e altri, che invece ne hanno già diverse alle spalle, era impossibile operare un distinguo: eravamo tutti parte di una grande famiglia, ricolmi di entusiasmo, evidente dagli sguardi e dalle parole che ci si poteva scambiare, anche di sfuggita, tra vicini di seduta.
Non sono mancate le occasioni conviviali e i gruppi di lavoro per la presentazione degli emendamenti al documento assembleare, ma certamente essenziali sono stati i momenti spirituali: in apertura di ogni giornata una celebrazione eucaristica e in chiusura un raccoglimento in preghiera per affidare al Signore i lavori assembleari e il nostro servizio associativo. Perché, come detto dal Presidente Nazionale Giuseppe Notarstefano nel suo discorso di apertura, “la vita cristiana non può essere elusione o evasione, ma è caratterizzata dalla solidarietà e da una vita interiore intensa”.
La nostra preghiera è stata arricchita dalla grazia dell’annuncio, da parte del cardinal Semeraro, della canonizzazione del Beato Pier Giorgio Frassati, che ha maturato la propria vocazione e la sua esperienza di vita e di servizio all’interno dell’associazione.
Non sono mancati i riferimenti all’attualità e alla necessità che la nostra associazione “vada in uscita”, una volta presa “dolorosa coscienza” dei fatti del nostro tempo (doveroso menzionare la richiesta di pace, scandita a chiare lettere durante tutto il percorso assembleare), anche attraverso i peculiari carismi che possono essere coltivati nei movimenti d’ambiente interni, vera testimonianza di presenza dello Spirito nella realtà quotidiana. L’ultima giornata, in tal senso, è sembrata testimoniare un vero e proprio segno del tempo, in quanto ci ha donato la gioia della nomina, da parte del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, di tre nostre giovanissime associate quali Alfieri della Repubblica, accolta da un applauso fraterno e ammirato da parte di tutta la comunità di AC.
Ora, arricchiti nello Spirito dalla Gioia di queste giornate, tocca a noi, sul territorio, provare a trasmettere anche solo una parte dei doni ricevuti in questa esperienza indimenticabile.