News
«Ripensare la qualità delle liturgie»
Non piace a monsignor Angelo Lameri la locuzione “nuovo Messale”. «Perché il Messale Romano è sempre quello scaturito della riforma liturgica del Vaticano II. Il volume che arriva nelle parrocchie del Paese è la traduzione italiana della terza edizione latina del Messale di Paolo VI, che si pone sulla scia delle due edizioni precedenti ma con alcune novità», spiega il docente di liturgia e sacramentaria alla Pontificia Università Lateranense di Roma, che è consultore della Congregazione per il culto divino e la disciplina dei sacramenti e dell’Ufficio celebrazioni liturgiche del Sommo Pontefice. «Certo – aggiunge Lameri – il rinnovato libro liturgico va visto anche come un’opportuna per ripensare le nostre celebrazioni e interrogarsi sulla qualità delle liturgie che si svolgono nelle chiese della Penisola».
Come riassumere le novità del Messale?
Tre sono le dimensioni che si intersecano. La prima è la rinnovata traduzione dei testi secondo due criteri: la maggiore fedeltà all’originale latino e ai versetti biblici di riferimento; e l’attenzione alla comprensibilità e alla proclamabilità di quanto il volume contiene. Da uno sguardo più fedele alla Scrittura scaturiscono anche le variazioni al Padre Nostro e al Gloria che adesso contiene l’espressione «uomini amati dal Signore». Il secondo elemento è la scelta di mantenere i testi in italiano introdotti con la precedente edizione datata 1983 ma anche di averli rivisti. Mi riferisco in particolare alla serie di collette per le domeniche in sintonia con le letture del Lezionario.
E la terza grande novità?
È rappresentata dai testi che entrano per la prima volta in questa edizione. Sono ad esempio i sei nuovi prefazi: uno per i martiri, due per i pastori, due per i dottori della Chiesa, uno per la festa di Maria Maddalena. E poi un’orazione conclusiva di benedizione per tutti i giorni di Quaresima.
Il Messale è anche più musicale?
Nel corpo del testo sono state inserite per la prima volta le melodie, così da segnalare a chi presiedere l’importanza di cantare alcuni elementi della celebrazione come il prefazio, le orazioni o i saluti.
Come accogliere il nuovo Messale?
Il Messale è segno di comunione ecclesiale. Usare gli stessi testi mostra come ogni comunità sia unita alle altre intorno al Sacramento dell’altare. Ma il volume può diventare anche volano di catechesi liturgica, riscoprendo magari il valore di gesti che si possono compiere solo meccanicamente o per abitudine.
Il libro inciderà sul cammino della Chiesa italiana per i prossimi decenni.
Sicuramente. Perché l’Eucaristia è il cuore della vita cristiana. Il Messale testimonia, da un lato, l’obbedienza della Chiesa al comando di Gesù “Fate questo in memoria di me”; e, dall’altro lato, con le sue diverse edizioni, dice come la fedeltà alla tradizione non significhi sclerotizzazione ma capacità dinamica di accogliere i segni dei tempi e di adattarsi a contesti storico-sociali differenti.