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La scelta dell’accoglienza ai migranti della Diciotti
Dopo lo sbarco di sabato notte i 143 migranti della nave Diciotti, rimasta ferma una settimana al porto di Catania, sono ora nell’hotspot di Messina per le procedure di identificazione. Quelli accolti dalla Chiesa italiana saranno spostati tra poche ore in un centro di accoglienza nella zona dei Castelli Romani, quindi distribuiti nelle tante diocesi che si sono messe a disposizione spontaneamente: Torino, Brescia, Bologna, Agrigento, Cassano all’Jonio, Rossano Calabro…Qui verranno seguiti i vari protocolli con progetti personalizzati a seconda delle situazioni. Mentre è in corso un incontro al Viminale che sta affrontando le varie questioni tecniche, don Ivan Maffeis, sottosegretario della Cei e direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali, ribadisce al Sir: “Questa è una risposta di supplenza. Non è ‘la risposta’. La risposta di un Paese democratico matura attraverso ben altri processi. Ma anche risposte di solidarietà e di umanità come questa possono aiutare a sviluppare una cultura dell’accoglienza”.
Perché la Chiesa italiana ha scelto di accogliere i migranti della nave Diciotti?E’ stata una scelta della presidenza Cei, legata alla volontà di uscire da una situazione di stallo in cui queste persone erano da diversi giorni. Davanti ad una situazione insostenibile dal punto di vista umanitario si è scelto di non andare avanti con comunicati e appelli generici ma di intervenire offrendo una disponibilità all’accoglienza concreta, fattiva e immediata.
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