Diocesi
Due ricorrenze per Giada
All’inizio del mese di gennaio ci sono state due ricorrenze in memoria di Giada Menicagli nella parrocchia della Sacra Famiglia a Shanghai. Il 4 gennaio la Messa mensile per Giada è stata celebrata da padre Adriano Scalini; nell’occasione è stato ricordato don Teodoro Biondi, il sacerdote che ha accompagnato Giada nel suo cammino terreno e quando Giada è salita in cielo, dopo tre anni, l’ha seguita. Proprio in questa occasione è stato letto un manoscritto di don Teodoro, scritto il 3 gennaio 2006, proprio lo stesso giorno in cui il Signore lo chiamò a sé. Infatti, in quel tempo, don Biondi era stato da un po’ ricoverato in ospedale e il 3 gennaio 2006 alle ore 16.05, lasciò la vita terrena, dopo avere scritto la lettera. È una lettera indirizzata proprio a Giada, in cui le dice tutte le cose che non le aveva mai detto: essere per lui la santa della piccola comunità, una santa che aveva portato gioia e speranza in un territorio difficile. Don Teodoro dichiarò anche di avere raccolto alcune testimonianze significative, che erano arrivate alla famiglia Menicagli, in un libro il cui titolo sarebbe dovuto essere “Schegge di vita, di Amore, di dolore, di gioia e di speranza”.Ecco cosa scrive don Biondi : “Cara Giada, davanti alla mole di materiale (testimonianze) raccolte da tuo padre avevo fatto a me e a te una promessa: scegliere le testimonianze più interessanti e meritevoli di essere conosciute. Le ho chiamate SCHEGGE di vita, di Amore, di dolore, di gioia e di speranza. Facendo questa scelta ho potuto così dirti quello che non ti avrei mai detto e che non ti avevo detto pur nell’ammirazione di una vita vissuta nel segno dell’amore e dell’accettazione del dolore in modo da poterti definire la piccola Santa di questa povera comunità; la piccola Santa dagli occhi azzurri che pulsano di cielo, la piccola santa dal sorriso che invita alla serenità e a trasformare il dolore in gioia e speranza. Livorno 3 gennaio 2006 Mons. Teodoro Biondi”. ( in foto il manoscritto originale).Domenica 7 gennaio c’è stata, invece, la ricorrenza annuale, che riunisce in preghiera tutte le persone care a Giada, per il 21° anniversario dal giorno in cui Giada è nata in Cristo: don Fabio Menicagli, fratello di Giada, ha celebrato la santa messa nella parrocchia della Sacra Famiglia assieme ai familiari, agli amici e alle persone che hanno a cuore Giada, conosciuta sia durante la vita terrena, che dopo, grazie alle testimonianze e alle conversioni. Una celebrazione gioiosa, come lo era Giada, una festa per lei, perché tutti riuniti in Cristo Amore. Don Fabio durante l’omelia parla dei tempi del Signore, che sono diversi dai nostri tempi e che bisogna affidarsi alla sua volontà, come aveva fatto Giada, che si era lasciata condurre dal Signore, che si era affidata a Lui, sentendo il suo amore immenso e donandosi totalmente, anche nella malattia, nella sofferenza – Giada apparentemente non ha fatto niente in particolare, se non affidarsi a Lui – dice don Fabio. Continua spiegando la bellezza di essere cristiano, nella gioia e nella sofferenza, soprattutto di avere Dio con noi, che ci dona la speranza. La prospettiva di Cristo è stata motivo di evangelizzazione per Giada: davanti alla malattia e alla sofferenza la prospettiva di incontrare Cristo la rese serena di accettare il suo calvario. Anche dopo la morte di Giada, lei è stata motivo di evangelizzazione, perché attraverso di lei i sofferenti i “lontani” si sono avvicinati a Cristo, attraverso di lei molte persone hanno sopportato il proprio dolore e attraverso di lei molte persone sono arrivate alla fine della loro vita terrena con serenità. Don Fabio afferma che non sa se ci saranno dei segni fisici, oltre alle testimonianze, che dimostreranno le particolarità di Giada, ma non importa. Ciò che è già provato è che, chi non conosceva Dio, chi aveva difficoltà ad avvicinarsi al Signore, dopo avere incontrato Giada, cambia la sua vita e dice: – Continuiamo a pregare per i miracoli, per la gloria di Giada ma attenzione il Signore dice: le mie vie non sono le vostre vie, i miei pensieri non sono i vostri pensieri, per cui l’azione attraverso la preghiera di chi sta pregando, andrà nell’ottica in cui magari non vi aspettate, ma che fa entrare piano piano il Signore nella vita delle persone- . Invita, dunque, ad avere cautela ed evitare il miracolismo, che in questo società è diventato una richiesta continua al Signore, in cambio della preghiera. Afferma:- Chi si rivolge a lei non è che si deve aspettare chissà cosa. Sappiamo che lei ci sta vicino e che continua a pregare per noi. Al Signore dirà Ti affido questa persona, poi fai cosa vuoi Gesù, perché Tu sai cose migliori e più grandi di me. Io mi affido a te. E se lei si è affidata noi dobbiamo imparare a fidarci di questo. E questo è il più grande miracolo che uno può fare: affidarsi al Signore, vedendo che Dio non ci abbandona mai –Alla fine della celebrazione è stata letta la testimonianza, datata 2018, di suor Teresa Margherita Spoletini delle suore di S. Giuseppe dell’Apparizione.Ecco il testo: “Una testimonianza sulla via della santità di Giada. L’esperienza dei santi ci aiuta a cambiare vita e le persone vissute in intimità con il Signore sono aiuto per andare a vivere con Lui. Oggi, in occasione del decimo anniversario del dies natalis di don Biondi (3 gennaio 2016), penso sia l’occasione più opportuna di dare questa testimonianza. Al mio ritorno a Livorno, nel 2005, dopo che mancavo da tanti anni da Shangay, andai a trovare don Biondi che, invece di parlarmi di sé mi presentò la figura di Giada per tre ore, ore volate senza accorgermene, tutte incentrate sulla vita di questa ragazza e dei suoi effetti. Mi disse tutto in merito al libro che stava preparando forte delle testimonianze su Giada. Testimonianze giunte alla famiglia dopo il dies natalis di Giada ( 4 gennaio 2003 ), meritevoli di essere conosciute per dare via ad un libro su Giada il cui titolo sarebbe stato “Schegge”! Don Biondi aveva vissuto i tanti momenti di vita di Giada, del suo percorso di fede e di catechista nella parrocchia ma uno in particolare lo riteneva importante per la sua vita sacerdotale: il momento della visita a Torino il 14 maggio 1998. e l’incontro di Giada con la Sindone. Al suo ritorno Giada scrisse, su un diario ad anelli, le emozioni provate nell’incontro di quel giorno. Leggendo il libro ” La Tua Sindone “, tratto dal diario di Giada scritto al ritorno da Torino ed edito postumo il 14 maggio 2008 , don Biondi sente che in quel luogo accade qualcosa di speciale in Giada alla vista della Sindone: si inginocchia e vede in quella tela ” Gesù Risorto “.Tutto ciò mi fu raccontato da don Biondi ed il suo racconto era pieno di commozione, lasciando trasparire quanto, lo avesse colpito questo evento. La prima volta Giada non se l’era sentita di andare a Torino …. si era detta per vedere un lenzuolo? Ma quanto si era sbagliata lo comprese quando il Signore le concesse una seconda opportunità e così decise di andare all’incontro grazie ad un pellegrinaggio organizzato dall’Accademia Navale di Livorno. Voleva prepararsi a quell’incontro con la confessione, con la preghiera ma poi si chiede: come possiamo prepararci ad incontrate Te? Lo scoprirà quando si troverà davanti a Lui e lo si capisce molto bene dalle riflessioni scritte nel suo diario. Don Biondi era rimasto anche colpito quando Giada scrive che, all’inizio del percorso, aveva avvertito una strana sensazione: non voleva presentarsi davanti a Lui con oro e rossetto e perciò si era tolto tutto perché aveva sentito l’esigenza di spogliarsi di sé stessa e mettersi a nudo difronte al Suo amato Gesù. Proseguendo mi confidò: ” Suor Teresa tienilo bene a mente! Io sono il primo miracolo di Giada! Giada mi ha cambiato la vita”. Don Biondi era commosso fino alle lacrime e proseguiva dicendomi: ” ho anche pensato di concludere il libro di Giada, intitolato Schegge , con una frase che mi ha ispirato una foto di Giada stessa e mi mostrò la foto di Giada con il bastone in mano e proseguì e questa è la frase: ” Giada… alzati, prendi il tuo bastone, dammi la tua mano e andiamo ad annunziare che Cristo e risorto … che Cristo è Amore, gioia …Speranza !” Questa foto si trova pagina 125 del libro Schegge e sulla lapide di Giada che è nel camposanto di Santa Giulia di Livorno. Questa frase, così come l’ha ripetuta don Biondi , mi è rimasta nel cuore e devo dire che ha segnato anche quel momento della mia vita quale motivazione per il servizio che dovevo prestare presso la Casa Circondariale di Livorno per conto della mia Congregazione: ero stata proposta, in quel periodo, a visitare i carcerati e ad ascoltarli.Un’esperienza nuova e non facile: allora mi ripetevo, nell’intimità, ” io vado ad annunciare la gioia di Cristo ma questo lo faccio insieme a te, Giada, che da lassù mi accompagni”. Erano, come già detto precedentemente, tanti anni che mancavo da Livorno, tredici anni trascorsi nel quartiere assieme alle sorelle di San Giuseppe dell’Apparizione, ma proprio oggi ho sentito che era l’occasione giusta per ricordare don Biondi, con la sua trasformazione di vita, e Giada che ne è stata strumento di questo evento nelle mani di Gesù ed allora mi sento di dire con serenità: ” Grazie Giada per questo messaggio che ancora oggi ci doni” Alla Santa Messa del 3 gennaio 2016 questa esperienza l’ho raccontata di getto ma ora sento nel cuore di scriverla per lasciare indelebile segno di questa testimonianza che ha segnato tutti quelli che hanno conosciuto don Biondi e Giada, me per prima e per quelli che continuano a conoscere Giada. Sono trascorsi 15 anni dal suo dies natalis e continuano a giungere alla famiglia lettere testimonianze raccolte in 58 contenitori ed io ho avuto la fortuna di leggerne tante. In fede Suor Teresa Margherita Spoletini delle Suore di San Giuseppe dell’Apparizione. Marlia 1.8.2018″ ( in foto la lettera originale). La messa si è conclusa con la canzone per Giada cantata da Loredana Contini.Il prossimo appuntamento con le testimonianze sarà domenica 4 febbraio alla parrocchia della Sacra Famiglia e per chi volesse portare un fiore a Giada, ricordo che il suo corpo riposa nel cimitero di Santa Giulia.