Diocesi
San Francesco e gli 800 anni dal presepe di Greccio
Sono passati 800 anni dal presepe di Greccio: in questo anniversario francescano è arrivato l’invito del Papa a riscoprire il presepe, in ogni casa, in ogni luogo, realizzato in modo semplice o articolato, legato alla tradizione o più moderno, frutto della creatività di giovani e adulti. E proprio in questa data speciale è stata donata l’opportunità di ottenere l’indulgenza plenaria a coloro che si recheranno in una chiesa francescana e faranno il loro atto di pentimento davanti al presepe. Anche a Livorno sarà possibile farlo, davanti al presepe della parrocchia della Ss. Trinità, guidata dai padri Cappuccini. Il parroco, padre Roberto Arcangeli, in questo video ci spiega come fare:
Ma il presepe di Greccio era davvero così come lo intendiamo noi? In un interessante articolo, pubblicato su Avvenire, si rivelano alcuni particolari
di Roberto BerettaAllestito in un bosco, senza personaggi se non due umili animali e lo stessa santo di Assisi che legge il nudo Vangelo e lo commenta. Era ben diverso da quello a cui siamo abituati
Come “fake news” è vecchia di 800 anni, però ci siamo tutti affezionati e un po’ dispiace abbandonarla proprio ora che l’anniversario coglie la sua cifra tonda. Tuttavia ormai è (quasi) universalmente accettato che non fu san Francesco d’Assisi, il 24 dicembre 1223 a Greccio, a inventare ciò che oggi chiamiamo presepio; l’allestimento voluto dal Poverello fu infatti alquanto diverso dalla sacra rappresentazione con statuine tridimensionali che campeggia a Natale nei salotti e nelle chiese.
D’altra parte, accantonata la leggenda, non è facile nemmeno interpretare sulla scorta delle fonti l’atto che l’Assisiate volle compiere davvero. Anche perché la comoda cornice di un gesto stimato come puramente devozionale o comunque di tradizione ha funzionato da alibi alla scarsità di approfondimenti storici sulla circostanza, assai meno studiata di altri episodi biografici del frate santo: dalle stimmate al viaggio in Oriente, dalla questione della povertà ai rapporti con Chiara.
Ora l’ottavo centenario ha giustamente riattivato una certa attenzione della convegnistica e dell’editoria, con accenti che di volta in volta puntano sulla spiritualità, sull’arte, naturalmente sulla storia. Viene tra l’altro riproposto in versione illustrata (Il Mulino) lo studio moderno probabilmente più innovativo in materia, quello della compianta medievista Chiara Frugoni su «Il presepe di san Francesco», stilato già per il primo Convegno storico di Greccio nel 2002 e che in sostanza si colloca lungo lo stesso filone di lettura delle fonti iconografiche per cui la ricercatrice è nota fin dal suo capitale «Francesco e l’invenzione delle stimmate» (1993).
Grazie a un’accurata analisi dei dati storici, Frugoni collega la Natività francescana al viaggio in Oriente compiuto dal Poverello pochi anni prima (1219-20) non per spirito di conquista, bensì di pace. La studiosa stessa riassume la sua tesi in poche frasi: «Giunto quasi alla fine della sua vita, malatissimo, Francesco sapeva di non poter più rivedere quelle terre lontane verso cui si era mosso con tanto entusiasmo… La greppia di Greccio spegne per Francesco il bisogno del cammino verso la Terra Santa e della sua difesa. Non c’è necessità di attraversare il mare per vibrare d’emozione né di imporre la fede, ritenuta la vera, con la violenza e con le battaglie… Greccio è divenuta una nuova Betlemme attraverso le parole trascinanti di Francesco».
continua https://www.avvenire.it/chiesa/pagine/presepe-greccio-san-francesco-assisi-800-anni-la-storia