Presentata la struttura che accoglierà il market

L’allenatore della Juventus, livornese doc e amico della Diocesi, ha voluto prestare il suo volto per sostenere l’Emporio solidale: nuova opera della Fondazione Caritas per i più poveri. Sono opere fatte con il cuore – ha detto Massimiliano Allegri, durante la presentazione della struttura alla stampa e ai sostenitori della Diocesi – sono contento di poter aiutare in qualche modo chi fa del bene. 

Mons. Giusti ha poi spiegato le ragioni della nuova opera: l’esigenza di aiutare chi si trova in difficoltà a ritrovare una propria autonomia anche nelle piccole cose, come fare la spesa: non più solo mensa e pacchi a domicilio, ma la possibilità di “scegliere” i prodotti, in base alle esigenze di famiglia, ai gusti, alle condizioni di salute. Sarà possibile accedere all’Emporio con una card a punti (assegnata dopo il colloquio con il centro di ascolto Caritas in collaborazione con il Comune) da scalare ad ogni spesa.

Il direttore della Fondazione Guido de Nicolais ha presentato la struttura, precisando anche l’aspetto ecologico dell’Emporio: sugli scaffali saranno presenti prodotti invenduti nella grande distribuzione, magari esclusi dalla vendita solo per un difetto all’etichetta e altre piccole imperfezioni e sarà presente anche una zona del “fresco”, con il cibo proveniente da bar, ristoranti, panificatori e altri esercenti. 

Don Luciano Cantini, presidente della Fondazione, ha sottolineato come l’Emporio sia un’opera intelligente, fatta col cuore e con il cervello, e come grazie ad opere come queste sia possibile incontrare i più poveri: ascoltarli, comprenderne le necessità e capire le loro esigenze. Sulla card – ha precisato – c’è un nome e ad esso è legata una storia a cui siamo chiamati ad essere prossimi.

Infine il geometra Stefano Caturegli, ha illustrato il percorso della costruzione, sin dai tempi della bonifica dell’area del Villaggio di don Nesi, alla trasformazione in Villaggio della Carità; tutti i costi dell’operazione (nella presentazione che potete leggere a fondo pagina) e la necessità di sostenere anche l’opera attraverso donazioni, per poter comprare ciò che ancora manca: scaffali, mobilia, computer e altre suppellettili.

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