L’eredità di don Francesco Fiordaliso

“Essere prete in carcere”: questo il tema dell’incontro dello scorso 15 Settembre svoltosi nella Chiesa della Ss. Annunziata a La Leccia e organizzato dal Comitato francesco Fiordaliso, con l’adesione della Diocesi e di tante realtà con le quali don Francesco è stato presente durante il suo Ministero presbiterale.

Il tema dedicato al carcere per ricordare l’ultimo servizio offerto da don Francesco prima della morte.

I relatori: Mons. Filippini e don Simone Giuli, rispettivamente, Vescovo di Pescia ed ex Cappellano del Carcere di Pisa; Direttore Caritas e Cappellano Carcere di Lucca; pertanto con un’esperienza e sensibilità specifica e particolare.

Nello svolgersi dei loro interventi molti gli episodi vissuti in prima persona con i detenuti, in particolare è stata sottolineata l’esperienza di fede che vivono alcuni detenuti e come la Cappella del carcere possa diventare un luogo “libero”, diverso dalla struttura carcere, in cui “respirare” un’aria di accoglienza, di incontro, di meditazione, di crescita, di scambio, con alla base la Parola di Dio, l’Eucarestia, la Confessione.

Ma fare il Cappellano in carcere non è solo questo, è anche vicinanza ai detenuti in modo concreto, attraverso il volontariato, affinché tutti possano avere prodotti necessari per la quotidianità, ma soprattutto è stata sottolineata l’importanza che i detenuti possano frequentare la scuola.

Altro aspetto illustrato: la composizione della popolazione carceraria; si va da persone detenute nel “braccio di massima sicurezza”, al ragazzo appena maggiorenne arrivato da poco con il “barcone”, difronte a tali diversità ecco l’importanza di una presenza “diversificata”, che abbia l’attenzione verso il vissuto della persona, senza nessun pregiudizio.

Entrambi i relatori hanno sottolineato come il carcere sia un ambiente di vita difficile, sia per i detenuti, che per il personale addetto e questo purtroppo è evidente nel numero dei suicidi; le statistiche dicono che ogni 5 giorni, in Italia, un detenuto si suicida, questo, in numeri inferiori, succede anche per il personale penitenziario.

Ecco allora il “modo parallelo”,  rispetto alla realtà che ognuno di noi vive, che è il carcere, l’importanza allora della presenza del Cappellano e dei tanti volontari che si donano a queste persone che, purtroppo, per molti rappresentano lo “scarto” della società.

A tal proposito bella l’esperienza del Maestro Cristiano Grasso che da un anno nel “braccio di massima sicurezza” ha creato un coro e attraverso la musica è entrato in relazione con i detenuti; presto tale esperienza sarà fatta anche in Gorgona.

Che dire per noi presenti all’incontro? Sicuramente un grazie agli organizzatori, un grazie a don Francesco per quanto ancora ci dona e grazie per le sollecitazioni giunteci dai relatori: di essere sempre in cammino verso l’altro, senza nessuna “barriera”.

Mons. Filippini e don Simone a conclusione hanno chiesto di pregare per il carcere, perché senza la preghiera non è possibile essere uomini e donne di fede nel mondo tra la gente.

*Co-Direttore Caritas Livorno

guarda l’incontro su https://youtu.be/GZk7ia7W55o

Il ricavato della serata, le offerte libere sono state generose. Sono state divise tra i relatori: a monsignor Filippini per le necessità della Diocesi di Pescia, a don Giuli per la Casa circondariale San Giorgio di Lucca e al maestro Cristiano Grasso per l’acquisto di una tastiera per il progetto affidato a lui del coro “UnAnime” nella sezione alta sicurezza del carcere Le Sughere. 

A partire dal mese di Ottobre il Comitato “francesco Fiordalismo, prete” ha in calendario una serie di incontri di preghiera itineranti, nelle parrocchie che hanno conosciuto don Francesco. Primo appuntamento martedì 10 ottobre alle 21.15 nella chiesa S. Agostino. (Degli incontri ne parleremo prossimamente su queste pagine).