Diocesi
Il valore della firma per la Chiesa cattolica
Dal commercialista. “Questa è la sua dichiarazione dei redditi; c’è da decidere a chi destinare l’8xmille, per chi vuole firmare?” “Alla Chiesa cattolica no davvero! Loro non pagano l’IMU, figurati se firmo”. Questo è un esempio di dialogo fra tanti, che racchiude pregiudizi e disinformazione. Eppure in questi anni ne sono stati scritti di articoli e ne sono state fatte di campagne pubblicitarie: molti ancora credono che la Chiesa sia esentata dalle tasse e che l’8xmille sia un “guadagno”.
Per approfondire questo tema abbiamo intervistato l’economo della diocesi, il dott. Luigi Pappalardo (nella foto).
In questi mesi estivi si è chiamati a firmare per l’8 x mille, perchè la Chiesa cattolica chiede il contributo, non ha sufficienti entrate per sostenere le sue opere?
“A mio avviso la chiave di lettura non è se la Chiesa cattolica abbia o non abbia delle proprie risorse. Dobbiamo ragionare diversamente. Siccome l’8xmille è una parte delle imposte che comunque paghiamo, l’Erario ci dà la facoltà di decidere come destinarlo. Nella scelta democratica alla quale siamo chiamati, in quanto cattolici siamo, a mio avviso, come avviene in tutte le famiglie, tenuti a sostenere la Chiesa alla quale noi apparteniamo. Dovrebbe essere una scelta automatica per il bene della famiglia alla quale apparteniamo.
In seconda battuta, ragionando se la Chiesa cattolica abbia o non abbia risorse proprie direi di no. La Chiesa cattolica con l’8xmille riesce a sostenere il proprio clero. Se non ci fosse l’8xmille ogni comunità dovrebbe sostenere il proprio pastore in modo diretto. Con l’8xmille si aiutano i poveri attraverso le Caritas. Se non ci fossero le Caritas, lo Stato, ed i Comuni in particolare dovrebbero prendere in mano i servizi caritativi ed aiutare direttamente i più bisognosi. In questi anni ho avuto modo di girare il mondo per motivi personali e posso dire che il sistema Italia dovrebbe essere guardato con maggiore attenzione. Nazioni come gli Usa o il Regno Unito hanno tantissimi poveri che vivono e dormono per strada e sono in condizioni a dir poco incredibili. Quante persone vediamo nelle nostre strade? Pochissime. Non perché non ci siano i poveri, ma perché vengono aiutati ogni giorno da strutture quali la Caritas o Sant’Egidio che tutti i giorni offrono pasti, vestiario, docce o ristoro a tutti coloro che ne hanno bisogno. Vengono aiutati anche coloro che pur avendo un reddito vivrebbero sotto la soglia della povertà. Tutto questo lo fa lo Stato?
Infine il culto. L’8xmille serve a mantenere anche le nostre chiese. Con quali denari faremmo le manutenzioni? Dovremmo sempre chiedere ai fedeli. Ed i fedeli sarebbero tutti nella condizione (dopo aver pagato le imposte) di avere ulteriori uscite per sostenere le proprie parrocchie? Probabilmente qualcuno si, ma la maggioranza no”.
La diocesi di livorno a cosa ha destinato il proprio contributo dello scorso anno?
“La Diocesi destina il proprio contributo in base alla tipologia indicata dalla CEI. I contributi CEI Carità sono destinati ad opere di Carità. In particolare le risorse sono state impiegate per le manutenzioni degli immobili destinati agli utilizzi caritatevoli, al sostegno alla carità del Vescovo, al sostegno alla Ronda per la Carità gestita dalla Parrocchia di S.Giovanni Bosco, al sostegno alle attività della Fondazione Caritas. In quest’ultimo caso occorre precisare che gran parte delle attività della Fondazione sono coperte dai contributi che vengono erogati in base a progetti specifici. Penso all’emergenza immigrati coperta da contributi del Ministero e gestiti dal Comune, penso alla casa per le ragazze madri. Ci sono però sostegni che debbono essere stanziati ed erogati anche in virtù del fatto che questi contributi arrivano con forte ritardo e la Fondazione ha la necessità di avere liquidità per poter anticipare le spese correnti e qui noi interveniamo.
I contributi per il culto e pastorale sono stati impiegati per i mezzi di comunicazione sociale, per il Seminario diocesano, per le parrocchie in straordinaria necessità. E qui penso alle parrocchie di periferia dove spesso le entrate non sono sufficienti a coprire le uscite.
I contributi per le manutenzioni straordinarie. Questi arrivano già con destinazione specifica e noi siamo soltanto i gestori e garanti in modo che queste somme siano impiegate per i reali lavori necessari. Qui preme precisare che la CEI interviene per il 70%. Il resto li deve mettere la comunità parrocchiale e noi dobbiamo vigilare affinchè questo avvenga e che la parrocchia prima di iniziare i lavori abbia la sufficiente dotazione economica per coprire le spese”.
C’è trasparenza nell’utilizzo di questi contributi?
“Direi che c’è la massima trasparenza. Basti pensare che i contributi Carità e Culto e Pastorale prima di essere impiegati devono essere comunicati alla CEI nel loro utilizzo, allegando i movimenti bancari e rendicontando tutti gli anni le spese effettuate. Queste debbono corrispondere alla previsione di spesa. Se ci fossero scostamenti o cambiamenti di impiego devono essere comunicati e approvati. Nel caso in cui la spesa fosse minore sarebbe obbligo rimettere la somma residua all’anno successivo.
Alla CEI di Roma, poi, tutto viene traslato in un bilancio consolidato che è poi certificato da apposita società di revisione contabile. La Diocesi pubblica sul proprio sito i rendiconti CEI diocesani”.
Sono molti i cristiani che non firmano per l’8xmille, c’è ancora disinformazione o meglio pregiudizi?
“Si, direi che dalle analisi fatte sono ancora tantissimi i cattolici che non firmano per la loro Chiesa. I pregiudizi sono fin troppi. Paradossalmente ci si fida di più delle frasi fatte, della voce di chi cerca in tutti i modi di screditare la Chiesa. Si sente dire che siccome la Chiesa non paga l’IMU allora non si firma per l’8xmille. Però poi si pretende che i servizi religiosi restino inalterati. In ogni caso non è vero che la Chiesa cattolica non paga l’IMU. Anzi. Posso certificare per la diocesi di Livorno che l’IMU, la Tari, i passi carrabili, le occupazioni di suolo pubblico, l’Ires vengono tutti regolarmente pagati. Chiunque affermi il contrario deve darne prova documenti alla mano. Il pregiudizio è una brutta cosa, bisognerebbe sempre documentarsi di più e smettere di leggere solo i post di Facebook. Spesso sono scritti da persone che non sanno ciò di cui stanno parlando. Ma questo non vale soltanto nel caso della Chiesa. Deve valere in tutte le cose che ci riguardano”.
TUTTE LE INDICAZIONI PER FIRMARE
MODELLO 730 l modello 730 precompilato viene messo a disposizione del contribuente, a partire dal 30 aprile, in un’apposita sezione del sito internet dell’Agenzia delle entrate (www.agenziaentrate.gov.it. – area riservata). Il contribuente può accedere alla propria dichiarazione precompilata anche tramite il proprio sostituto che presta assistenza fiscale oppure tramite un intermediario (Caf o un professionista abilitato). Il contribuente deve anche indicare la scelta per la destinazione dell’8, del 5 e del 2 per mille dell’Irpef. Il Modello 730 precompilato e il modello 730-1 devono essere presentati entro il 30 settembre.
MODELLO REDDITI er chi non sceglie il modello 730, oppure per chi è tenuto per legge a compilare questo modello, la scelta viene effettuata utilizzando l’apposita scheda, presente all’interno del modello REDDITI. Come scegliere? Firmare nella casella “Chiesa cattolica” nell’apposito riquadro. Il modello REDDITI e la scheda possono essere predisposti da qualsiasi intermediario (Caf, professionista), che provvederà anche all’invio della dichiarazione entro il 30 novembre. Chi invece predispone da solo il modello REDDITI, deve effettuare la consegna via internet entro il 30 novembre, ovvero, se non è obbligato all’invio telematico, presso qualsiasi ufficio postale dal 2 maggio al 30 giugno.
MODELLO CU hi è esonerato dalla dichiarazione dei redditi in quanto possiede solo redditi di pensione, di lavoro dipendente o assimilati e non è obbligato a presentare la dichiarazione dei redditi, può firmare attraverso la scheda allegata al Modello CU. La scheda è liberamente scaricabile dal sito internet dell’Agenzia delle Entrate (www.agenziaentrate.gov.it – sezione: cittadini – dichiarazioni). Consegnare entro il 30 novembre solo la scheda con la scelta, in una busta chiusa, secondo una delle seguenti modalità: l presso qualsiasi ufficio postale. Il servizio di ricezione è gratuito. l a un intermediario abilitato alla trasmissione telematica (professionista, Caf). Gli intermediari possono chiedere un corrispettivo per il servizio. Inoltre è possibile trasmettere la scelta direttamente via internet entro il 30 novembre.
Visita il sito www.8xmille.it