Camminare nel tempo

Alla Villa Trossi Uberti si è tenuta la presentazione dell’ultima pubblicazione del rabbino Roberto Della Rocca invitato dall’associazione Benè Berit, Adei Wizo, Comunità Ebraica di Livorno e Amicizia Ebraico Cristiana di Livorno. Il libro ha un titolo molto interessante: “Camminare nel tempo. Spunti e riflessioni sui passi della Torah e sulle ricorrenze ebraiche”La dottoressa Libera Capezzone direttrice della fondazione Trossi Uberti, nel saluto iniziale ha sottolineato come questa presentazione sia un’opportunità culturale per la città e così pure il rabbino capo di Livorno Avraham Dayan, ha ringraziato Roberto Della Rocca che ha conseguito il rabbinato avendo come guida il compianto rabbino di Livorno Elio Toaff, perché con questo suo testo viene ad arricchire e ad approfondire gli studi sul tempo e sulle festività ebraiche.

Roberto Della Rocca intervistato da Gadi Polacco, ha posto l’attenzione sulla necessità di riprendere un atteggiamento graduale di fronte allo studio perché la tecnologia e l’accesso smisurato delle fonti stanno distogliendo la mente dalla capacità di poter discernere e riflettere. L’ebraismo contrariamente alla civiltà egizia, romana, greca che avevano come punto di riferimento il sole che ha l’alba, lo zeniht e il tramonto, ha scelto la luna come astro di riferimento che ci appare ogni giorno diversa, ma anche quando ha raggiunto la pienezza essa dura un solo giorno. Questo a dimostrazione che l’uomo non può avere una conoscenza perfetta di tutto e che il senso della vita è quello di interrogarsi, non di avere delle risposte immediate: “solo operando si perviene alla conoscenza”.

La Torah e il Talmud ci invitano a uno studio continuo e ci ammoniscono perché non è sufficiente ricordare gli eventi del passato ma è necessario comprenderli per riuscire a mettere a fuoco con maggior ponderazione gli eventi attuali. Non bisogna avere nostalgia del passato e per quanto glorioso esso possa essere, la Torah ci proietta ad andare avanti perché da una generazione all’altra viene trasmesso un patrimonio la cui portata aumenta costantemente, cresce nutrendosi di nuovi avvenimenti, nuovi messaggi ed emozioni: “la parola ebraica Kadima che significa andare avanti, ha lo stesso etimo della parola Kedem che significa anteriorità. Nell’ebraismo il passato non è sorpassato e privo di utilità, ma costituisce un valido aiuto per affrontare la vita. Interrogare le persone più anziane e più sagge di noi rafforza la convinzione di quanto resti più formativa una cultura basata sull’oralità e sulle narrazioni dei nostri nonni, rispetto alla cultura dell’immagine propinata dei moderni mezzi di comunicazione”.

E questo è un testo che come ribadito dagli interventi del Presidente della Comunità ebraica Vittorio Mosseri e dell’Amicizia Ebraico-Cristiana Caterina Meucci, ci aiuta a costruire un itinerario spirituale che celebra la saggezza dell’ebraismo, la gioia dei suoi insegnamenti tracciando per il lettore “ una via di accesso al testo biblico e al metodo ebraico di affrontarlo”.