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La pazienza di attendere “tempi nuovi”
Essere pazienti è una necessaria virtù da coltivare in questa lunga e insidiosa tempesta! Stare forzatamente in casa obbliga a rivedere tutti i nostri tempi di vita. In particolare a ripensare interamente la nostra vita. Salta ogni certezza. Impotenti ed inermi di fronte ad un cambiamento repentino e inaspettato. “La pazienza ha un limite” dice un antico detto. Come frenare il rischio del superamento del limite? Come calmare il nostro istinto di voler uscire di casa? Costretti per un virus ad essere prigionieri, reclusi, privati della propria “libertà personale”! Eccoci chiamati a riscoprire il saper attendere, senza avere un quando, una data certa! Siamo invitati a rivalutare lo scorrere del tempo, del saper guardare con occhi diversi quello che abbiamo vicino (le persone e le cose) e a gustare quello che ci è dato in “altro modo” e con una nuova prospettiva. Spesso cerchiamo lontano ciò che abbiamo di meraviglioso vicino a noi! L’ essenziale lo abbiamo sotto gli occhi e gli occhi assai spesso non riescono a vedere perché presi dalla fretta e dalla smania di cercare altrove! Questo è il tempo per rivalutare la bellezza della propria casa, del proprio spazio, di curarlo, di migliorarlo, di viverlo con più intensità, fieri del poco e grati del tanto, anche nel profondo silenzio. Soli con noi stessi o con chi abbiamo accanto a noi! Siano nostre compagne la lettura, balsamo per la mente e l’anima, ma anche la musica. Bene le tecnologie per connettersi, informarsi, intrattenersi, studiare, lavorare e bene la compagnia della televisione e degli organi di stampa che informano e ci sostengono nei nostri infiniti quesiti e dubbi. Adesso non possiamo più dire “non ho tempo!” Usiamo questo tempo “forzato” per dedicarlo di più a noi, a incrementare le nostre anime di spiritualità, di idee, di progetti. Impegnamolo per trovare soluzioni nuove a problemi passati e a rispondere con energia e passione alla miriade di problemi che arriveranno dopo “una chiusura lunga e forzata”. Usiamo questo tempo per pensare, per pregare e alimentare la nostra vita di contemplazione (ascoltare il silenzio che parla anche ai nostri cuori), di condivisione (soffrire con chi soffre, essere vicini a quanti si spendono per arginare e risolvere il “cancro” del coronavirus). La pazienza di attendere “tempi nuovi” sarà meno faticosa. Porterà benefici alle nostre vite, che in questa “pausa” hanno assaporato la lentezza, il silenzio, la fatica della lontananza con parenti, con amici, con persone care. La mancanza di baci, di carezze, di abbracci, di strette di mano. Ecco sono stato paziente! Ho atteso e sperato! Non ho sprecato questo tempo, anzi, ho fatto sì di vivere questo “nuovo tempo” come qualcosa di prezioso: un tempo di fatica, di dolore ma anche di bene, di grazia!