Diocesi
Giada amica che ci porge la sua mano per arrivare a Dio
Leggendo e meditando il Vangelo di oggi mi emoziono davanti alla grandezza di nostro Signore. L’ azione degli amici del paralitico, che per fare avvenire l’incontro tra il malato e Gesù scoperchiano il tetto di una casa, mi ha sempre stupito. Ovviamente sappiamo che le case erano molto diverse da quelle di ora, ma mi piace immaginare quel tetto come uno sbarramento che nasconde la vista di Cristo, che impedisce il suo avvicinamento. E quanti “muri” ci sono anche oggi…quanti tetti da scoperchiare, che spesso non tutti sono accompagnati in un cammino per togliere questi impedimenti. Ecco che mi è venuta in mente Giada Menicagli, che dopo la sua nascita in Cristo è diventata per molte persone come quegli amici del paralitico, un’amica nella preghiera per riuscire ad avvicinare al Signore soprattutto i sofferenti e i carcerati.
Vorrei evidenziare proprio questo aspetto: accompagnare nella preghiera i sofferenti. Quando Giada era in questo mondo e costretta in ospedale per la sua malattia, pregava il rosario con i malati che aveva vicino. Lei era ammalata, ma il suo pensiero era per Gesù e Maria e non mancava mai di recitare il rosario. Invece di pensare solo a sé stessa, come di solito accade nella malattia, il pensiero era quello di alleviare la sofferenza e accompagnare gli altri in un cammino verso Cristo. Così, soavemente e dolcemente, si metteva a sgranare il suo rosario e a pregare: chi la vedeva e ascoltava non poteva fare a meno di mettersi a pregare con lei. La stessa cosa sta accadendo oggi. Oggi che Giada è accanto al “suo” Signore viene richiesta come aiuto per i sofferenti che sono vicini al trapasso. Sono tante le persone che, addolorate per avere un familiare sul letto di un ospedale, chiedono a Giada di pregare con loro per intercedere con nostro Signore, affinché il malato soffra il meno possibile e che riesca a fare il trapasso nel modo più dolce possibile.
Quante volte, chi segue e ama Giada, si rivolge a lei per prendere per mano il proprio familiare e accoglierlo nel momento del trapasso. Giada diventa così un’amica del sofferente, proprio come gli amici del paralitico. Giada conduce le persone verso Cristo che non le guarisce fisicamente, ma spiritualmente! Io stessa due anni fa ho chiesto aiuto a Giada. Era il primo anno del Covid, mia mamma dopo le vacanze estive scoprì di avere una malattia improvvisa per cui subì un intervento chirurgico. Lei che era una donna forte, solare, che amava la vita, si trovò sola nel suo calvario perché in ospedale ci facevano stare 15 minuti a pranzo e a cena. Mamma capì che la ripresa dall’intervento tardava ad arrivare ed era terrorizzata dalla morte. Non era ancora giunto il momento per andarsene per lei, così mi chiese di parlarle di Giada e si stupì della forza che aveva avuto questa giovane ragazza nell’accettare il suo destino, mi chiedeva come mai fosse stata così serena nella malattia. Quando il percorso post operatorio peggiorò, anche io ho chiesto aiuto a Giada. Era il 4 novembre quando ho raccontato a Giada che mamma aveva paura di morire, che sulla comodina del letto di ospedale aveva il rosario e che pregava con continue Ave Maria e Padre Nostro. Ho chiesto a Giada di prenderla per mano e alleviare il suo dolore e accompagnarla in un eventuale trapasso. E così è stato, ne sono certa. Chi ha visto mamma il giorno dopo è stato colpito dalla dolcezza del suo volto. La sua paura si era trasformata in commozione. Mamma non era sola all’alba del 5 novembre, Giada è stata il suo angelo. Un angelo che l’ha accompagnata verso Cristo.
Questi sono i miracoli di Giada Menicagli: dono di Dio e la mia mamma ne è razionale testimonianza. Ci sono tante altre testimonianze già raccolte e da raccogliere, ecco che la figura di Giada è importante. Giada luce, Giada faro, Giada amica che ci porge la sua mano per arrivare a Dio. Ricordiamo che il giorno 4 di ogni mese, presso la parrocchia della Sacra Famiglia, viene celebrata la messa per Giada, e viene letta una testimonianza o una lettera.