La preoccupazione per i migranti e i rifugiati

Quotidianamente, sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo, l’argo­mento principale è quello della pandemia che coinvolge ormai tutti. Covid-19 o Corona­virus è ormai la parola chiave nei motori di ri­cerca. E anche noi non possiamo trascurare il tema. Lo stiamo facendo tutti i giorni con uno sguardo particolare al mondo della mobilità umana.

Siamo particolarmente preoccupati per gli immigrati in Italia, costretti a lavorare in que­sti giorni con il rischio del contagio e ango­sciati di perdere quel lavoro, spesso precario. La Chiesa italiana, attraverso la Fondazione Migrantes e i cappellani etnici, è in costante collegamento con loro e per loro si stanno promuovendo, grazie ai mezzi di comunica­zione, tanti momenti di preghiera.

Pure i rifugiati ospiti delle strutture di acco­glienza sono a rischio contagio.

Il mondo rom e sinti che vive in agglomerati di fortuna è sempre a rischio. Sono numerosi i vo­lontari impegnati ad ascoltare i loro bisogni.

Ci sono poi i nostri connazionali all’estero, preoccupati della situazione che stanno vi­vendo nei paesi che li ospitano, ma con uno sguardo rivolto all’Italia dove abitano i fami­liari più cari. Per loro giocano un ruolo fonda­mentale le Missioni Cattoliche Italiane, con i missionari che, per tenere unita la comunità, si sono attivati per mantenere i contatti tele­fonici e per organizzare iniziative sui social network o su siti appositi.

È particolarmente grave la condizione del mondo dello spettacolo viaggiante: per cir­censi e lunaparchisti, la sospensione delle at­tività pubbliche a carattere culturale e ricre­ativo ha significato l’impossibilità di lavorare e di soddisfare così i bisogni più elementari delle proprie famiglie. Queste persone sono oggi prive di ogni reddito, e tuttavia conti­nuano a sostenere spese rilevanti.

La Fondazione Migrantes, che da anni segue pastoralmente lo Spettacolo Viaggiante, e la Caritas Italiana, su richiesta spesso degli uffici Migrantes diocesani, si sono fatti prossimi a queste persone rispondendo a diverse richie­ste di sostegno. Due, ad esempio, sono i circhi italiani aiutati mentre erano bloccati in Grecia e Romania dalla Migrantes nazionale.

L’impegno principale dei direttori regionali e diocesani, dei missionari per gli italiani all’este­ro, è quello di rispondere ai principali bisogni oltre che di favorire un’informazione capillare tra le varie comunità sui rischi che si corrono non rispettando le regole. Non manca, poi, la cura per coloro che bussano alle nostre porte in questi giorni, nonostante il pericolo.

Gli uffici della Fondazione Migrantes sono attualmente chiusi, ma la linea telefonica è funzionante: c’è sempre qualcuno pronto ad accompagnare quanti hanno bisogno e a stare vicino a chi è più in difficoltà perché in mobilità.

Il sito istituzionale www.migrantes.it pub­blicherà le comunicazioni ufficiali, mentre il sito informativo www.migrantesonline.it è in continuo aggiornamento con notizie sulle comunità cattoliche italiane all’estero, sulle comunità straniere in Italia, sui rifugiati, sul mondo dello spettacolo viaggiante, sugli stu­denti internazionali. Trovano anche spazio le notizie provenienti dalla Cei e dal Vaticano, a partire dalla messa mattutina celebrata dal pontefice da Casa Santa Marta.

Da più parti si dice che questa pandemia cambierà i nostri atteggiamenti in positivo. Ce lo auguriamo tutti: la solidarietà che si sta registrando forse è un primo passo, partendo dal quale, questo l’auspicio, si possa lavorare per non lasciare soli i nostri fratelli e sorelle in mobilità.