La giornata del migrante e del rifugiato

Sarà il vescovo Simone a presiedere la Messa per la giornata del Migrante e del Rifugiato. Domenica 25 Settembre alla chiesa di Nostra Signora di Fatima, nel quartiere Corea, un momento di preghiera, preceduto dal Santo Rosario che sarà poi trasmesso su TV 2000 (leggi la notizia https://www.www.lasettimanalivorno.it/Diocesi/In-onda-su-TV-2000), seguito da una vera e propria festa, con il buffet preparato dalle diverse comunità etniche presenti sul territorio.

Ad organizzare questa domenica pomeriggio così particolare è la Fondazione Caritas Livorno che ha chiamato a raccolta le comunità di: Afghanistan, Nigeria, Bangladesh, Ucraina e West Africa coinvolgendole nella preparazione di questo evento e dando a tutti la possibilità di assaggiare le specialità gastronomiche delle diverse etnie. Naturalmente è gradita la prenotazione come specificato in locandina. Il buffet sarà a offerta i cui proventi saranno devoluti al progetto “Emporio solidale”. Prenotazioni: f.veroni@caritaslivorno.it – 328 993725

«Il tema scelto da papa Francesco (leggi il messaggio https://www.diocesilivorno.it/wp-content/uploads/sites/10/2022/07/13/messaggio-santo-padre-per-giornata-migrante-e-rifugiato-2022.pdf) per la Giornata di questo 2022 guarda al mondo della mobilità umana, di cui migranti e rifugiati sono i due volti più significativi – ha commentato mons. Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes e della CEMI (Commissione episcopale per le migrazioni) – E con i migranti e rifugiati il papa invita a costruire il nostro futuro, il futuro delle nostre città, delle nostre Chiese valorizzando le loro storie, la loro cultura, l’esperienza religiosa, il loro lavoro, la partecipazione attiva al mondo del volontariato e alla vita sociale».

Ha aggiunto Perego: «Senza i migranti e i rifugiati la nostra città e la nostra Chiesa rischiano di essere più povere.  Senza i migranti e i rifugiati anche la nostra speranza, il nostro futuro rischiano di essere indeboliti. Non sempre nelle nostre comunità c’è la consapevolezza di questo “valore aggiunto“. Si vedono i migranti solo come un peso, un costo e non si considera il grande apporto sul piano economico in molti comparti, la loro presenza nelle scuole e nelle università, l’esperienza di quasi un milione di cattolici nelle nostre parrocchie, la ricchezza di un dialogo ecumenico con il mondo ortodosso e del dialogo religioso soprattutto con l’islam, la scelta in questi anni di un milione e mezzo di persone migranti di diventare cittadini italiani».

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