I ragazzi della parrocchia San Leopoldo in campeggio con i ragazzi di Massarosa

Il 17 luglio sull’autobus diretto a Canale d’Agordo si sono incontrate per la prima volta due comunità giovanili di altrettante diocesi: quella di Livorno con i ragazzi della Parrocchia San Leopoldo di Vada insieme al suo parroco don Bruno Giordano, e quella dell’arcidiocesi di Lucca con i ragazzi della Comunità parrocchiale di Massarosa Nord accompagnati dal seminarista Angelo Ferrera.Quaranta adolescenti diversi per carattere e passioni, due gruppi separati da chilometri di distanza che senza questa occasione (forse) non si sarebbero mai incontrati.

Appena arrivati al Centro Pastorale “Santa Giulia” i ragazzi si sono dovuti separare dai loro cellulari con la regola di usarli per un’ora al giorno; per gli educatori una cosa era certa, limitarne l’uso al minimo indispensabile avrebbe sicuramente favorito le relazioni fra loro e così è stato.

Il giorno seguente i due gruppi non esistevano più. Insieme hanno camminato per raggiungere la vetta: sopportando la fatica, aspettandosi, tendendo la mano a chi era stanco o impaurito e con il cuore che batteva forte hanno visto il mondo dall’alto.

Le giornate passavano tra momenti di preghiera, tempo libero, giochi e lavoro di servizio in cui ragazzi divisi in gruppi: apparecchiavano, servivano i compagni, si mettevano alla ricerca di quel Dio che nel modo più semplice gli è stato ri-presentato: un amico d’avventura, un compagno di viaggio. Questo li ha portati a riconoscersi come un dono prezioso.

Le attività principali del campo erano i laboratori dei talenti: gli educatori hanno messo alla prova i ragazzi con il canto, il ballo, la recitazione e la manualità. Qui i ragazzi si sono confrontati con la loro timidezza e le loro insicurezze; superandole con la forza data dai loro nuovi compagni che li incoraggiavano, ridevano alle battute e si divertivano insieme. Per poi ricevere un grande applauso e tanti complimenti allo spettacolo finale.

Non sono mancati i momenti di riflessione durante i quali questi adolescenti hanno potuto guardarsi dentro e tirare fuori la loro anima e il loro pensiero senza paura e senza giudizi da parte delle persone che li circondavano. In questi momenti il cerchio rappresentava un grande abbraccio che sa d’amicizia, amore e rispetto. Portandoli a confrontarsi con gli altri, conoscersi, aiutarsi, ascoltarsi, guardarsi negli occhi, trovare i propri limiti e trovare la forza di superarli.

Il momento più atteso era la “Buonanotte”; ogni sera, in modo sempre diverso, a più voci, ci ascoltavamo tutti, ringraziavamo per le belle cose vissute, chiedevamo perdono se avevamo mancato in qualcosa. Nasceva inesorabilmente il bisogno di incontrarsi con la Verità, con il Dio dal volto umano riconoscibile in tutti quei ragazzi cercatori ed esploratori della vita.

Come non ricordare le celebrazioni dell’Eucaristia; l’ultima in particolare a conclusione di una lunga camminata. Non dentro una chiesa ricca di opere d’arte, ma la distessa di un prato. Per tetto l’azzurro del cielo e per pavimento un prato verdissimo; non il suono dell’organo o delle chitarre, ma il cinguettio degli uccelli e lo scroscio dell’acqua di una piccola cascata che sfociava nel piccolo laghetto.

Tanti incontri… dialoghi, confidenze, confessioni, tutte raccolte in una sola parola: Grazie! Presentata al Signore come la preghiera più bella.

Quelli che all’inizio del viaggio erano come “universi separati con le cuffie nelle orecchie” alla fine sono diventati una sola grande famiglia, un coro di speranza verso il cielo, la risonanza di cinquanta cuori che battono all’unisono con gli occhi rivolti verso il futuro.

Un grande ringraziamento va a tutti gli educatori presenti, allo staff della cucina e i coordinatori del servizio, a don Bruno e ad Angelo che hanno reso possibile tutto questo. E non ultimo ai nostri Vescovi Simone e Paolo perché credono fortemente nel miracolo dei giovani, che esprime della Chiesa il volto più bello ed attraente.

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