Diocesi
Non stanchiamoci di fare il bene
Nella Sala Fagioli del Vescovado si è tenuto il Convegno di Quaresima incentrato sulle parole del Papa: “Non stanchiamoci di fare il bene”. L’incontro è iniziato con un momento di preghiera e riflessione: la lettura di un Salmo, un brano del vangelo di Giovanni e un pensiero di don Tonino Bello.
Ha preso poi la parola il Vescovo, Mons. Simone Giusti, che ha ricordato l’espressione detta dal Papa sulla guerra: Io mi sono vergognato! Il suo è un modo diverso di guardare il mondo basato sulla cultura della persona e della sua dignità e non sulle armi. Ad oggi -ha continuato- sono presenti a Livorno 1200 profughi ucraini, sono molto di più qui che a Firenze. Infatti tra la città e la provincia c’è una grande comunità ucraina e si prevede che l’accoglienza non sarà di breve periodo.
Sarà aperto un centro di accoglienza in Via Sabatino Lopez, centro che svolgerà una azione educativa con una scuola di lingua italiana per ragazzi e adulti, con un doposcuola, una sala giochi per bambini e naturalmente gli alloggi. L’immobile è molto grande e si vedrà come organizzarlo a fronte delle necessità. Intanto c’è già un presidio della Misericordia che opera nella città ucraina di Leopoli.
Ma cosa sta succedendo? E’ certo che per noi cristiani occorre un di più di profezia, sappiamo che la logica dei “blocchi” tra paesi diversi ci conduce sempre alla guerra. Dal 1989, quando tutto sembrava appianarsi, si è interrotto un processo che sembrava proficuo, oggi invece le persone soffrono, muoiono, siamo di fronte ad un vero fallimento! Tra due paesi che “si dicono” cristiani non si è trovato un accordo. Dunque bisogna trovare un’altra logica. Benedetto XV, inascoltato, nel primo conflitto mondiale aveva detto che la guerra è “una inutile strage”. Cosa sono servite le guerre mondiali? Dobbiamo uscire dalla logica della guerra perché la “politica” calpesta il Vangelo! Anche noi cristiani accettiamo di mettere in secondo ordine il Vangelo. E’ uno scandalo! In tempi di Quaresima la guerra dimostra la poca fede di noi tutti! Il cristiano muore per Dio, non per la patria, gli stessi confini sono una vergogna, sono artificiosi, e i fratelli non si devono mai uccidere vicendevolmente.
La fede deve diventare vita anche in politica, lo dimostrano i processi di beatificazione di uomini come La Pira, De Gasperi, Dossetti, Lazzati. Tutti ricordano la posizione di Dossetti contro la guerra in Vietnam. Dal loro esempio una nuova umanità può sorgere e il Vangelo deve diventare vita. Il “non uccidere” è in tutti i sensi, gli aborti sono più delle nascite, così assistiamo ad un crollo demografico, la stessa cosa si può dire per l’eutanasia. Così l’immorale diventa morale a dimostrazione di un popolo cristiano incoerente. Cosa fare? Riaffermare il primato della fede sulla politica. Il “mi vergogno” del Papa riguarda anche l’aumento delle spese militari, perciò si deve uscire dal confronto militare e l’enciclica “Fratelli tutti” ci mostra la via del come arrivare ad una vera fratellanza umana.
Il dialogo interreligioso e quello ecumenico dimostra una Chiesa non succube della politica. Come diceva Papa Benedetto: Dio “non si presuppone ma si antepone”, la guerra e l’odio sono invece il tempo di satana, ricordiamoci che quando si costruiscono le armi, prima o poi di usano! I nazionalismi non vanno mai bene. Non stanchiamoci perciò di eliminare il male dalla nostra vita, di fare il bene, di pregare per la pace. Spetta anche a noi che “Fratelli tutti” non è una utopia ma una strada percorribile riconoscendoci tutti figli di uno stesso Padre.
Il Convegno è continuato con le parole di padre Francesco Gusmeroli, della Caritas diocesana, che ha chiesto l’impegno di tutti per il sostegno delle famiglie ucraine. Poi Guido De Nicolais, direttore della Fondazione Caritas, ha ricordato l’incontro avuto con il Prefetto per aiutare le persone che sono arrivate sul nostro territorio, riguardo ai generi alimentari -ha detto- è opportuno mettersi in rete con la Caritas diocesana che raccoglierà tutti i viveri per poi distribuirle alle varie parrocchie che ne faranno richiesta. Padre Francesco ha poi ricordato che il prossimo incontro si terrà sempre il giovedì alle ore 17 nella struttura della Caritas in via La Pira.
E’ stato quindi proiettato un video in cui il Cardinale Lo Judice ha spiegato le parole “Non stanchiamoci di fare il bene” pronunciate da San Paolo nella Lettera ai Galati. Dove auspica una fede non legata a formule ripetitive e che il Papa indica nel “seminare il bene e non chiuderci in noi stessi”. Bisogna vivere il tempo in cui viviamo con grande forza e la stessa tragedia della guerra non deve essere solo una reazione del momento ma un guardare avanti ed essere resilienti per compiere una rinascita.
Donatella Turri, direttrice della Caritas di Lucca, ha svolto l’intervento conclusivo chiedendosi “cosa significa operare per il bene della comunità”. Ogni contesto -ha chiarito- è molto diverso, ma può esserci di aiuto lo stesso Statuto della Caritas. L’orientamento fondamentale è quello di fare il bene in maniera entusiasta, generosamente, con gioia, ed essere parole viventi. Significa essere adeguati ai bisogni delle persone, incontrarle come fratelli con cui costruire relazioni e rapporti. Accoglierle con attenzione e cercare dentro di loro la scintilla di Dio. Farle partecipi di un sentire comune perché tutti siamo sulla stessa barca e non arrendersi mai, anche di fronte all’evidenza e di mostrarsi “una prossimità paziente”. A Lucca sono state istituite delle “botteghe di vicinato solidale” ed è stata creata una orchestra composta da 200 bambini, quindi bisogna usare “creatività” secondo le esigenze dei tempi nuovi. L’invito quindi è quello di esprimere una propria “creatività”.
Il lavoro di gruppo condotto dai diaconi ha concluso l’incontro.
in questo video le immagini del convegno scattate da Antonluca Moschetti