Commento al Vangelo

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui.

Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo».

All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo.

Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

candide come la luce

Siamo abituati a pensare la Quaresima come un tempo penitenziale, di sacrifici, di rinunce, il vangelo di oggi, invece, è pieno di sole e di luce, ci dona una energia nuova e mette le ali alla nostra speranza. I discepoli che Gesù ha condotto in disparte, su un alto monte, vivono una esperienza dominata dalla luce: il suo volto brillò come il sole, anche i vestiti divennero bianchi come la luce. Gesù è al centro tra Mosè ed Elia, la Legge e i Profeti; tutta la Scrittura riceve luce dal Cristo, lui è al centro come sintesi dei fondamenti della fede; non c’è altra via per comprendere la Scrittura se non lasciare che la luce del Signore la illumini tutta, la sua luce fa brillare ogni parola, rende evidente la sua bellezza, rende chiara ogni profondità: poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato … quello che io vi dico nelle tenebre voi ditelo nella luce (Mt 10, 26-27). Tutto guarda a lui, è orientato verso di lui, si sintetizza in lui e  da lui trova il suo principio.

L’esperienza dei tre discepoli li mette davanti ad un orizzonte del tutto nuovo “Non ci sarà più notte; non avranno bisogno di luce di lampada, né di luce di sole, perché il Signore Dio li illuminerà e regneranno nei secoli dei secoli” (Ap 22,5).

è bello per noi essere qui!

L’esclamazione di Pietro esprime stupore e meraviglia: i suoi occhi hanno penetrato l’invisibile, sono andati oltre l’esperienza del quotidiano, hanno intravisto un barlume della gloria di Dio. Non è solo il volto di Gesù e le sue vesti a brillare, ma sul quel monte tutto prende luce: Cristo ha fatto risplendere la vita (2Tm 1,10), tutto prende luce da lui, non solo Pietro, Giacomo e Giovanni, o i discepoli ma la vita stessa, quella di ciascuno, le nostre speranze, le gioie e le pene della storia. Quella esperienza di luce è arrivata fino a noi, quello che loro hanno visto anche noi siamo chiamati a vederlo, oggi, attraverso la loro testimonianza, nel futuro ne faremo esperienza diretta: Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è (1 Gv 3,2).

Nella chiesa la liturgia pur con tutte le sue trasformazioni e particolarità, ha da sempre aiutato i fedeli a fare quella esperienza di Dio. Quando la vita si fa pesante di problemi, fatiche e tristezze, avremmo voglia di sentire Dio vicino, che ci prende per mano, rimette la luce nel cuore. I riti e i segni liturgici hanno il compito di aiutarci a elevare il nostro spirito e, almeno per un attimo, farci fare l’esperienza del monte della trasfigurazione. La preghiera della domenica, quando ci raduniamo a vivere la liturgia nella comunità, ci invita a riscoprire, anche tutti gli altri giorni della settimana, la presenza luminosa di Gesù che ci tocca, ci guarisce, ci risolleva e ci coinvolge nel suo piano di salvezza.

una nube luminosa

Tra la brillantezza abbagliante del volto e il candore luminoso delle vesti, l’ombra luminosa della nube sembra offrire una specie di contrasto: dalla evidente manifestazione della gloria che colpisce gli occhi, muove gli entusiasmi, siamo condotti nella più intima, avvolgente rivelazione della fede che coinvolge l’animo.  La luce della nube adombra i discepoli ma anche li illumina dal di dentro; la nube è evidente e appariscente, come l’ombra del mistero di Dio, delle sue promesse, della sua Parola.

La nube, che nasconde e rivela, è segno della presenza di Dio, ci offre il senso della vicinanza di Dio: nel Figlio suo, l’amato, Dio si abbassa e scende fino all’uomo. Nella storia degli uomini si adombra la storia di Dio, in quella storia ferita, malata, incerta che il Signore abbraccia fino alla Croce.

Alzatevi

Gesù tocca i suoi amici spaventati, caduti a terra impauriti presi da grande timore, coinvolti in quella esperienza fuori dal comune; sono crollati, perché crollano le prospettive di grandezza, crolla la potenza dell’uomo che si scopre debole e vulnerabile, pretenderebbe l’intervento della potenza divina, va in cerca di prodigi, di certezze, stabilità. Gesù si mostra nella sua veste normale, senza luci e senza “effetti speciali” con la solita umanità di sempre ma accompagnato dal suggerimento della Voce che dalla nube ha detto: “Ascoltatelo!