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La giornata ecumenica
«Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina ». Forse mai come quest’anno la Giornata mondiale di preghiera (Gmp) ha avuto un tema così appropriato al momento presente. Nel 2020 l’evento ecumenico, nato ufficialmente nel 1927 per iniziativa di donne cristiane impegnate nel movimento missionario evangelico nordamericano, fa sue le attese di chi è affetto da Covid- 19. Il virus, se vogliamo guardarlo da una prospettiva altra, è la punta dell’iceberg di tante malattie del nostro tempo a cui ci si è ormai abituati: denutrizione, obesità, guerre, violenze di genere, razzismo, siccità, carestie, mutazioni genetiche e antropologiche che attaccano in diverse forme il corpo umano e il corpo della terra.
Così come tutto il mondo sta soffrendo di questi vecchi e nuovi mali, tutto il mondo oggi 6 marzo, primo venerdì del mese, sarà attraversato da questa catena umana di preghiera che coinvolge oltre 170 Paesi, ideata da pioniere cristiane dell’evangelizzazione, dell’alfabetizzazione e della cura di donne e bambini, appartenenti alle Chiese battiste, metodiste e presbiteriane, alle quali nel corso degli anni si sono unite altre evangeliche e donne cattoliche.
Anche in Italia – eccetto nelle aree dove gli incontri della Gmp sono rimandati per prevenire nuovi contagi – oggi si celebrerà la liturgia preparata quest’anno dalle donne del comitato Gmp dello Zimbabwe, Paese dell’Africa sudorientale, terra di grandi risorse naturali – nel sottosuolo, nelle foreste e nei parchi – ma la cui economia è intaccata dalle politiche mondiali neoliberiste.
Il comitato italiano della Gmp, formato da sette donne delle confessioni luterana, valdese, avventista, cattolica, greco-ortodossa, metodista, dell’Esercito della Salvezza, hanno tradotto e distribuito a una sessantina di gruppi del nord, del centro e del sud il sussidio su cui si è invitati a pregare. Donne e uomini – anche loro invitati – si riuniranno nelle chiese e nelle sale delle comunità ascoltando la Parola di Dio e la meditazione di una donna, cantando e condividendo momenti di convivialità.
Il logo della Giornata è tratto da un’illustrazione dell’artista zimbabwianaNohlanhla Matthe, che ha intrecciato elementidella storia nazionale, i colori della bandiera e un’immagine ispirata al brano di Giovanni 5,2-9. Le donne dello Zimbabwe hanno letto il passo evangelico sulla guarigione del paralitico focalizzandosi sull’incontro tra l’uomo malato e
Gesù che agisce identificandosi nell’umanità ferita e andando oltre la guarigione fisica. Scrivono: «Gesù ci dà la forza di guarire tramite un’azione trasformatrice donata da Dio. Ci dà la forza di scegliere di essere guariti, di essere integri, in senso fisico, mentale, spirituale e sociale». Attraverso il testo biblico, le cristiane zimbabwiane guardano anche alla storia del loro Paese, passato attraverso la violenza politica, il conflitto armato e ancora impegnato nel processo di verità e riconciliazione, oltre che vessato dalla disoccupazione e da malattie. «Quando noi diventiamo integri siamo riconciliati con Dio, con noi sessi e con la nostra comunità. Quando siamo riconciliati, possiamo amare veramente, siamo capaci di camminare verso la pace».
Rispondendo al motto della Gmp «Informarsi per pregare, pregare per agire», la colletta che annualmente si raccoglie per finanziare azioni di solidarietà verso le donne, nel 2020 è destinata a un’iniziativa dell’Unione Cristiana Evangelica Battista d’Italia ad Harare: un progetto di sartoria a favore di vedove senza mezzi di sussistenza, denominato «Tabitha» per ricordare la discepola della chiesa di Ioppe, sarta, risuscitata per la preghiera dell’apostolo Pietro.
Nei giorni del coronavirus, in cui l’umanità affronta una ferita comune, questa iniziativa delle donne cristiane esprime vicinanza ed energia nella preghiera e nell’azione che si unisce ai pensieri e alle azioni di chi sta lavorando perché ci sia salute per tutte e per tutti nell’unico mondo di cui siamo parte.