Newman: Un santo da ricordare

J. H. Newman  il 13 ottobre u.s è stato canonizzato da Papa Francesco. Nel 1879, ricevuta la cappella cardinalizia da Leone XIII, nel viaggio di ritorno in Inghilterra  soggiornò a Livorno perché ammalato. Fu ospite dell’hotel anglo-americano sito nel viale Regina Margherita, ora viale Italia  nel palazzo che fa angolo con via Mayer. Ricerche del Prof. Paolo Mirenda, estimatore della figura di Newman, hanno permesso di precisare la localizzazione dell’hotel non in esercizio da oltre un secolo. Il Serra club, che cura le vocazioni sacerdotali, al quale Mirenda è associato, il 30.11. 2012 ha posto una lapide- ricordo nel palazzo dove Newman soggiornò dal 5 al 20 giugno del 1879. Per celebrare la  recente canonizzazione della  prestigiosa figura  della chiesa cattolica, i Serrani renderanno omaggio al Santo raccogliendosi in preghiera, sotto la lapide che lo ricorda, il 7 marzo alle ore 17. Alle 18 sarà concelebrata una santa messa nella chiesa di San Iacopo. La vita e le opere di Newman che celebrano anche i valori prioritari della  persona nella società meritano riflessioni. La lapide  ha  qualcosa da dire, anche alla nostra città. 

Papa Francesco il 13 ottobre u.s. ha conferito la piena dignità dell’altare al  Beato J.H.Newman. Santo  colui del quale Papa Pio XII aveva detto: Acerrimus veritatis Investigator.

Con grande sofferenza dell’anima e del corpo ha conquistato la Luce, la Verità assoluta per la quale ha combattuto e vissuto. Come non dire sì a quella voce che lo chiamava a svolgere nel mondo compiti particolari? Quante volte le fu stato sordo!

Quante volte ha dubitato  di quella voce! Infine ha accettato: Dio mi ha creato per rendergli un determinato  servizio. Mi ha affidato un’opera che non ha affidato ad altra persona. Un mandato divino. Io ho la mia missione.

Missione sostanziata  anzitutto dalla Verità

Verità, assoluta,Verità rivelata, affidata alla custodia della chiesa universale per essere proposta e vissuta dall’uomo creatura di Dio.

Newman prescelto per servire un mandato divino! In una frase del Santo si legge:io e il mio Creatore. Un tutt’uno, molto particolare.

Dall’alto significato fiduciario, per una missione da svolgere in favore dell’uomo, alla conquista dell’uomo, in nome del Creatore.

E Lui dopo tante sofferenze, dubbi, lo appaga con la sua vita con le sue  opere, con un cuore grande, il suo, che parla all’altro cuore, quello del prossimo. Cor ad cor loquitur. Questo è il miglior modo di spendersi per diffondere il messaggio evangelico che sa tutto di amore. Il suo lavoro, la sua inquietudine: l’amore per la  verità, la  ricerca della verità, la cultura della verità, il servizio per la verità.

Paolo VI gli rivolge il suo riconoscimento :…”Votato alla luce della verità, diventa oggi un faro sempre più luminoso per tutti quelli che sono alla ricerca di un preciso orientamento e di una direzione sicura attraverso le incertezze del mondo moderno, che egli stesso, profeticamente aveva previsto”.

Giovanni Paolo II…” con  visione quasi profetica era convinto che stava lavorando e soffrendo per la difesa e la promozione della causa della religione e della Chiesa non solo nel periodo a lui contemporaneo ma anche per quello futuro. La sua influenza ispiratrice di grande maestro della fede e di guida spirituale viene percepita sempre più chiaramente nei nostri giorni”.

 Proclamandolo  Venerabile  così si espresse:”profonda onestà intellettuale, fedeltà alla coscienza e alla grazia, pietà e zelo sacerdotale e amore per la sua dottrina, incondizionata pietà e onestà,zelo sacerdotale, devozione alla  chiesa di Cristo e amore per la sua dottrina,incondizionata fiducia nella Provvidenza e assoluta obbedienza al volere di Dio caratterizzano il genio di Newman…

E in occasione dei duecento anni della nascita: …” Preghiamo affinché la chiesa proclami presto ufficialmente e pubblicamente la santità esemplare di uno dei campioni più versatili della spiritualità inglese”.

Benedetto XVI elogia il pensiero neswmaniano sulla verità: Senza verità, senza fiducia e amore per il vero, non c’è coscienza e responsabilità sociale e l’agire sociale cade in balia di privati interessi e di logiche di potere con effetti disgregativi nelle società…” 

La coscienza

E’ Lei che guida il processo cognitivo nella acquisizione della verità. Newman :” la mia natura sente la voce della coscienza come una persona”. “E’ Colui che parla che io amo e venero”. E’ in quel sacrario che “l’uomo ha in realtà una legge scritta da Dio dentro il suo cuore, obbedire a quella legge è la dignità stessa dell’uomo e secondo essa sarà giudicato.”

“Tramite la coscienza si fa conoscere in modo mirabile quella legge, che trova il suo compimento nell’amore di Dio e del prossimo. Nella fedeltà alla coscienza i cristiani si uniscono agli altri uomini per cercare la verità  e per risolvere secondo verità  tanti problemi morali che sorgono nella vita dei singoli quanto in quella sociale…”  Gaudium et spes n.16.

Abbiamo contezza di toccare un argomento di spiccata complessità  trattata fin da tempi remoti  che incidono sulla sfera teologica, sociologica, morale.

Consci della nostra pochezza, indirizziamo che ci legge, ai cultori del tema.

La difficoltà cognitiva  è notevolmente aumentata da quando con la moderna tecnologia, si tende a dare alla coscienza una struttura anatomica tra i miliardi  di cellule che popolano il cervello umano.

La coscienza non crea verità, non  è capace di generarla, senza l’azione dello Spirito.

E’ sì il sacrario, è sì il vicario di Cristo, ma non vive se non animato dalla Grazia, dono dello Spirito Santo che indirizza  l’uomo verso la perfezione, la conquista e la promozione del Bene.

Così scrive New man:” Quanto alla coscienza esistono due modalità di concepirla.Nella prima, la coscienza forma solo una specie di intuito verso ciò che è opportuno, una tendenza che ci raccomanda l’una o l’altra cosa. Nella seconda è l’eco della voce di Dio. Ora tutto dipende da questa differenza. La prima via non è quella della fede, la seconda lo è”.

“La coscienza elemento centrale nella ricerca della verità”

La vera chiesa         

Un calvario infinito visse Newman prima di abbracciare la vera chiesa. Tormento dell’anima e tormento del fisico. Quanta  parte ha avuto la malattia di Sicilia? Le intime riflessioni di allora hanno accelerato il cammino della Fede? Autorevoli studiosi dicono, tanto. E’ un tanto che si legge nella descrizione che Egli fa della sua malattia, la pregevole testimonianza di vita documentata nella  my illness.

Prima di accettare la fede della chiesa universale, della chiesa vera volle esserne certo.

Supremo per lui il valore verità e così scrisse:”La chiesa si fonda su una dottrina,il Vangelo di verità, ed è un mezzo diretto ad un fine. Perisca pure la chiesa (ma grazie alla promessa di Dio questo non avverrà mai). Ma perisca pure, piuttosto che venga meno la verità”.

La decisione di farsi cattolico è dettata in lui dalla coscienza che gli suggerisce che quella  è la via della salvezza. Via che non vide nella fede anglicana, dopo un tormentato vivere di dubbi e sofferenze. La chiesa vera è quella che si sostanzia in Cristo. E la grande meta è raggiunta

Fede e scienza

Giovanni Paolo II nella Fides et ratio lo cita tra i maggiori cultori del problema volto alla ricerca della verità tra mondo della fede e mondo della ragione.

“Il fecondo rapporto tra filosofia e parola di Dio si manifesta anche nella ricerca coraggiosa condotta da pensatori più recenti,tra i quali mi piace menzionare, per l’ambito occidentale, personalità come John Henry Newman…(Fides et ratio 74)

Nella Grammatica dell’Assenso,Newman studia,analizza l’atto di assenso della mente umana  alla verità: il diritto dell’uomo alla certezza su argomenti di fede.

“Fede atto personale  di adesione che non si esaurisce alla sola comprensione razionale”. “Alleanza senza compromesso tra fede e ragione”.

Il teologo che dette del tu al Creatore, il genio profetico ha da Grande Assente illuminato il Vaticano.

I suoi indirizzi  si riscontrano nella Dei Verbum costituzione dogmatica sulla Rivelazione divina, nella Lumen gentium costituzione dogmatica sulla chiesa, la celebrazione della Verità e della Coscienza e tant’altro.

Nei suoi scritti  Fede e ragione,ecumenismo,missione dei laici, educazione universitaria, significato della coscienza, mistero della chiesa, gli insegnamenti dei Padri. Un Grande nella storia della chiesa che tale lo ha riconosciuto. E finalmente il meritato conferimento della santità.

La parrocchia di San Jacopo nel cui  territorio soggiornò, giugno 1879, al ritorno da Roma dove Leone XIII gli aveva conferito la cappella cardinalizia e il Serra club di Livorno, si accingono a celebrare il nuovo Santo della vera chiesa.