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500 firme a sinistra per dire no alla maternità surrogata
Un appello firmato per ora da oltre 500 intellettuali, sindaci e amministratori locali, ex parlamentari, sindacalisti e femministe per dire «no» alla maternità surrogata. La rete No Gpa (Gestazione per altri), attiva dal 2019, riesce a sfrondare le differenze politiche e a lanciare un appello forte all’Europarlamento e al Parlamento nazionale, alla vigilia di giorni che si annunciano caldi per l’esame della proposta di legge, targata Fdi, sul “reato universale” di utero in affitto.
Ma l’iniziativa ha presa soprattutto nel centrosinistra e nel Pd, all’indomani di una sconfitta alle amministrative che diversi osservatori hanno attribuito anche all’eccessiva insistenza della nuova segreteria Schlein sui “diritti individuali”. E non è un caso se diversi esponenti di primo piano della mozione Bonaccini, che ora siedono in Direzione nazionale, rilanciano l’iniziativa di No Gpa per rafforzare la richiesta ufficiale di una «discussione aperta» nel Pd. È il caso, ad esempio, di Stefano Lepri e dei cattodem.
Ma ciò che colpisce nel testo di No Gpa è che i firmatari sono quasi tutti di area progressista, andando quindi oltre il mondo cattolico: spiccano nomi di peso nel firmamento del Pd, come gli ex parlamentari Goffredo Bettini, Eugenio Comincini, Valeria Fedeli. C’è un gruppetto nutrito di sindaci (Gori di Bergamo, Micheli di Segrate, Cosciotti di Pioltello) e un pattuglione di femministe come Francesca Izzo e Cristina Comencini. Un paio di nomi “pesanti” sono, sempre in ambito femminista, quelli delle filosofe Adriana Cavarero e Olivia Guaraldo.