Diocesi
50 di impegno sacerdotale, a servizio della vita
Don Matteo Gioia ha festeggiato il suo cinquantesimo anno di sacerdozio nella chiesa di Nostra Signora di Fatima nel popolare quartiere di Corea. Per l’occasione don Matteo ha fatto stampare un’immagine dove sono elencate tre frasi che sono state la luce del suo impegno pastorale: “Andate e annunciate il Vangelo”; “Noi non intendiamo fare da padroni sulla vostra fede, siamo invece servitori della vostra gioia”, ed il ringraziamento al Signore che ha reso la sua promessa “Più grande di ogni aspettativa”.
Ma come è iniziato il suo cammino sacerdotale? Don Matteo ha iniziato nel seminario minore di Livorno in cui era rettore don Eufrasio Mai, per proseguire poi gli studi teologici a Firenze dal 1969 al 1974, dove, tra gli altri, ha avuto come insegnanti mons. Chiavacci e don Diego Barsotti. E’ stato ordinato sacerdote il 28 giugno 1974 dal Vescovo, mons. Alberto Ablondi, a Rosignano Marittimo, dove risiedeva insieme ai genitori. In questo modo si voleva dare preminenza alla “comunità di appartenenza” del giovane sacerdote. Nei primi anni ha avuto modo di incontrarsi con don Roberto Angeli, don Renato Roberti, don Ernesto Vignali, e quando frequentava il Liceo a Livorno ebbe modo di seguire l’attività politico-sociale svolta da don Alfredo Nesi al Villaggio scolastico di Corea.
La sua missione sacerdotale è iniziata come vice-parroco a Rosignano Solvay con don Sirio Vieri, vice-parroco anche a Santa Rosa e a San Giuseppe. Diviene poi parroco di Corea, e prosegue ancora, nel corso degli anni, a San Giuseppe, San Matteo, Sant’Agostino, Santa Maria del Soccorso, e da tre anni è ritornato ad essere il parroco di Nostra Signora di Fatima nel quartiere Corea.
Don Matteo è conosciuto da tutti per il suo costante impegno nella Comunità Neocatecumenale. Nelle parrocchie in cui sono stato -mi dice- il Signore mi ha sempre permesso che potessi evangelizzare e dare inizio alla catechesi di iniziazione cristiana alla scoperta del battesimo, che è propria della Comunità Neocatecumenale. Attualmente -aggiunge- in questa parrocchia c’è una Comunità di 50 fratelli con i loro 40 figli, numerosi e aperti alla vita. La cosa più bella che ho fatto -aggiunge- sono stati i campeggi con i giovani con le celebrazioni eucaristiche in cima ai monti o alla sera intorno al fuoco. Nella mia opera -mi dice ancora- mi sono avvalso della collaborazione di un nutrito gruppo di catechisti per gli adulti. Parrocchiani cristiani che nelle parrocchie in cui sono stato, insieme a me, hanno insegnato e insegnano l’amore alla vita, a Gesù Cristo, e a rispondere alle domande che ci vengono poste dalla vita quotidiana, anche nelle malattie, nelle sofferenze, facendo sempre tesoro della “parola di Dio”.
Per me -ha ricordato don Matteo- è stata molto importante la fraternità con i sacerdoti, vissuta in amicizia sincera e in unione nella preghiera. Voglio perciò ringraziare i sacerdoti con cui ho condiviso il cammino di fede e di esperienza pastorale. Ancora un ringraziamento finale: ringrazio particolarmente i miei famigliari che mi hanno accompagnato con amore concreto e con una presenza discreta e paziente, da loro ho imparato ad essere “un uomo semplice”.
guarda il video realizzato per l’anniversario https://youtu.be/f15hKO4umb8?si=xEYhstrKdbBnzqgY