Profeti di speranza

Il convegno diocesano di ottobre

Come è ormai tradizione si è svolto nella Chiesa di Sant’Andrea il Convegno Ecclesiale Diocesano incentrato sul tema: “Un popolo profetico vive l’annuncio del Cristo Risorto”. L’incontro si è aperto con un momento di preghiera: “Siamo per allargare al mondo sguardi e cuori e per invitare tutti a passare dal banchetto dell’accumulo, del consumismo e dell’individualismo a quello della condivisione, dell’essenzialità e della fraternità. Perché al mondo non manchi il Vangelo e al Vangelo non manchi il mondo”. E l’invocazione allo Spirito Santo tratta da uno scritto di don Tonino Bello: “Spirito Santo, che riempivi di luce i profeti e accendevi parole di fuoco sulla loro bocca, torna a parlarci con accenti di speranza. Frantuma la corazza della nostra assuefazione all’esilio. Ridestaci nel cuore nostalgie di patrie perdute. Dissipa le nostre paure. Scuotici dall’omertà. Liberaci dalla tristezza di non saperci più indignare per i soprusi consumati sui poveri. E preservaci dalla tragedia di dover riconoscere che le prime officine della violenza e della ingiustizia sono ospitate dai nostri cuori. Donaci la gioia di capire che tu non parli solo dai microfoni delle nostre chiese. Che nessuno può menar vanto di possederti e che sei semi del Verbo sono diffusi in tutte le aiuole, è anche vero che i tuoi gemiti si esprimono nelle lacrime dei maomettani e nelle verità dei buddisti, negli amori degli indù e nel sorriso degli idolatri, nelle parole buone dei pagani e nella rettitudine degli atei».

Al termine della preghiera mons. Simone Giusti, ha invitato i presenti a riflettere sulla condizione attuale degli uomini, prede dell’immanenza: Non sappiamo la meta – ha sottolineato il Vescovo – per questo occorre godersi il viaggio. Vittime della fretta e del raggiungimento dei nostri desideri, dobbiamo guardare il mondo con occhi diversi, con la presenza di Dio nel cuore. Dobbiamo esser profeti, persone che sanno leggere il presente secondo la Parola di Dio. Lo specchio del tempo ci propone l’aborto e la guerra, a questo dobbiamo rispondere con la difesa della vita e la pace. Bisogna imparare a “comunicare” pur nelle nostre diversità, tutti siamo chiamati a costruire cieli nuovi e terra nuova. Cielo e terra -ha continuato il Vescovo- si toccano continuamente nella Liturgia, che deve costituire un momento importante in ogni comunità parrocchiale e come tale va curata. La Liturgia, azione diretta di Cristo sui cuori e sulle vite e quindi sul tempo è la più grande ed efficace profezia che sconvolge la storia. Non saremo noi a cambiarne il corso -ha concluso mons. Giusti- ma Gesù Cristo attraverso di noi.

Il Vescovo ha quindi presentato il relatore del convegno: il prof. Gianfranco Calabresi, Vicario Episcopale per la Pastorale della Diocesi di Genova, docente di ecclesiologia e di pedagogia alla Statale.

Il relatore ha ricordato che il 6 ottobre di 40 anni fa era diventato prete e ha iniziato la sua esposizione partendo da alcuni brani tratti dagli Atti degli Apostoli. In questo nostro tempo -ha detto- bisogna vivere il dono della profezia, perché “oggi c’è bisogno di profeti”. Dobbiamo chiedere “il discernimento” per mezzo dello Spirito perché davanti alle sfide che ci vengono proposte da questo nostro tempo bisogna rispondere “senza deprimerci” e “non essere profeti di sventura ma di speranza”. Il profetismo è un mettersi in cammino cercando le strade migliori per arrivarci ed essere “irradiatori della Parola”. La profezia -ha continuato- è data da Dio a tutti gli uomini, perciò non dobbiamo mai essere intolleranti e divisivi. Siamo “figli e fratelli in Cristo”, bisogna perciò riscoprire “la nostra comune fraternità”, tutto ciò in armonia per riscoprire il “sensus fidei”. Ha aggiunto che è necessario usare “un linguaggio comprensibile”, per comunicare la fede con le parole d’oggi, “cioè inculturare la fede nell’oggi”. Quindi ha espresso un no netto a coloro che dicono “si è sempre fatto così”. Ha terminato ricordando l’annuncio dell’arcangelo Gabriele a Maria, per dire che anche noi siamo chiamati ad essere arcangeli, portatori del messaggio.

Al termine della relazione la divisione in gruppi secondo i sei laboratori specifici della pastorale.

Per chi volesse approfondire ecco i files della relazione di don Calabrese e la riflessione del Vescovo.

guarda le foto del convegno scattate da Antonluca Moschetti