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25 Luglio
Oggi si celebra la memoria liturgica di San Giacomo, uno dei santi più noti e il suo nome da sempre è collegato alla volontà e alla scelta di intraprendere un cammino, fisico o spirituale. San Giacomo di Zebedeo o san Giacomo il Maggiore fu uno dei primi discepoli a immolarsi e morire per Gesù. Il Cammino di Santiago, che vede come tappa conclusiva il santuario a lui dedicato in Galizia, a Santiago di Compostela, è uno dei percorsi più famosi al mondo per la sua storia millenaria.
Papa Giovanni Paolo II, pellegrino a Santiago nel 1982, parlò della “testimonianza di fede che, lungo i secoli, intere generazioni di pellegrini hanno voluto quasi toccare con le proprie mani o baciare con le proprie labbra, venendo appositamente alla Cattedrale di Santiago sino dai Paesi europei e dall’Oriente. I Papi, da parte loro, diedero impulso a questi pellegrinaggi, che avevano come mete anche Roma e Gerusalemme”. E poi, approfondendo il tema del cammino, aggiunse: “Il senso e lo stile del Pellegrinaggio è profondamente radicato nella visione cristiana della vita e della Chiesa. La via per Santiago animò una vigorosa corrente spirituale e culturale di fecondo intercambio fra i popoli d’Europa. Però quanto realmente cercavano i pellegrini, con il loro atteggiamento umile e penitente, era la testimonianza della fede cui mi sono riferito prima: la fede cristiana che sembra palpitare nelle pietre compostelane con le quali è costruita la Basilica del Santo”.
A raccontare brevemente per Avvenire la devozione per san Giacomo, nel giorno in cui si celebra la sua festa, è l’arcivescovo di Lucca, Paolo Giulietti, da sempre grande appassionato di pellegrinaggi.