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2 giugno di pace, le associazioni in campo per un’altra difesa
Un due giugno all’insegna della pace, della non violenza e dell’investimento dei fondi destinati alla spesa militare per la lotta al virus. Sono molte le iniziative che per la Festa della Repubblica le associazioni che impegnano da anni per il disarmo (Rete Italiana per il Disarmo, Forum nazionale Servizio Civile, Tavolo interventi civili di pace, Conferenza nazionale enti servizio civile, Rete della Pace, Sbilanciamoci!) hanno organizzato. A partire dalla petizione lanciata oggi via social, nel giorno della vigilia, dalle sei associazioni promotrici della campagna “Un’altra difesa è possibile” per chiedere al Parlamento di legiferare per l’istituzione del Dipartimento della difesa civile non armata e non violenta. «Ci rivolgiamo a Senato e Camera per offrire un dialogo tra società civile e organi parlamentari sul tema attualissimo e decisivo della difesa della Patria – spiega Mao Valpiana, coordinatore della Campagna e presidente del Movimento Nonviolento, intervenendo a nome delle sie Reti promotrici –. Abbiamo scelto di utilizzare lo strumento della petizione per rivolgerci al Parlamento e chiedere di legiferare per l’istituzione del Dipartimento della difesa civile non armata e nonviolenta».
Nel corso della scorsa legislatura la Campagna era riuscita a raccogliere le firme sufficienti per una proposta di legge di iniziativa popolare, successivamente trasformata in proposta di legge parlamentare con più di 70 firmatari incardinata nelle competenti Commissioni di Montecitorio. «Con il passo odierno chiamiamo di nuovo in causa i parlamentari della Repubblica – continua Valpiana a partire dalla presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati e dal presidente della Camera dei Deputati Roberto Fico a cui abbiamo inviato richiesta di incontro con i rappresentanti della Campagna».
La difesa civile, non armata e nonviolenta è già riconosciuta da diverse sentenze della Corte Costituzionale, ed è presente nella legislazione vigente. Va implementata, va rafforzata, va finanziata – sostengono i promotori – c’è bisogno di «un quadro normativo e l’istituzione del Dipartimento è necessaria per avere uno strumento operativo ed efficace al fine di coordinare le varie forme di difesa civile non armata e nonviolenta: dal servizio civile universale alla Protezione civile, dai Corpi civili di pace ad un Istituto di ricerca per la risoluzione nonviolenta dei conflitti».
Oggi il bilancio del comparto della Difesa è assorbito interamente dai costi della difesa militare armata, con tutto ciò che ne deriva a riguardo di nuovi sistema d’arma, strutture, esercizio ed anche con un impatto su import ed export militare. Le associazioni chiedono invece quantomeno il riconoscimento della parità costituzionale tra difesa militare e difesa civile: pari dignità, pari legittimità. «Senza chiedere ulteriori sacrifici ai cittadini, proponiamo una contrazione delle spese militari a vantaggio di maggiori finanziamenti per la difesa civile», spiegano.
La proposta di Legge prevede, infatti, che ai cittadini contribuenti sia offerta l’opzione fiscale, con la possibilità di scegliere se destinare il proprio contributo al finanziamento del Dipartimento per la difesa civile non armata e nonviolenta.
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